Ieri 9 dicembre 2017 Zerocalcare ha presentato il suo ultimo libro “Macerie Prime” edito da BAO Publishing, alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria di Roma
L’evento all’interno della spettacolare struttura architettonica la Nuvola di Fuksas ha visto un’affluenza significante. Michele Rech (Zerocalcare) intervistato da Michele Foschini ha risposto alle domande con la semplicità che lo caratterizza.
Questo libro è un po’ più difficile da inquadrare rispetto agli altri?
Quando ho fatto questo libro mi sono chiesto come sia cambiato il pubblico e mi sono reso conto che il tema di “Macerie prime” dal punto di vista generazionale è più specifico, è rivolto ad un target intorno al 35 anni. Perché un ragazzino difficilmente si chiede se ha realizzato le aspettative della vita oppure si renda conto se il tempo biologico stia scadendo, alla fine ho pensato che purtroppo questo libro taglierà fuori un po’ di persone
In che modo sono diverse le aspettative degli adolescenti di oggi rispetto a quelli della tua età e come percepiscono il futuro quelli che nascono durante la crisi?
Io non sono in contatto con gli adolescenti, non ho uno scambio vero e proprio l’unico scambio è con il “Secco“. Noi da adolescenti avevamo speranze e certezze, sapevamo che uscendo dalla scuola sarebbe stato automatico andare all’università e poi trovare un lavoro. C’erano dei binari con delle stazioni sicure. Poi non si è realizzata questa”roba” per diversi motivi e la mia generazione non si è ancora orientata. “Secco” mi racconta che i ragazzini a cui lui fa lezione non hanno tutte queste aspettative che avevamo noi
Il fumetto è un modo più semplice per divulgare?
Il fumetto è un linguaggio difficile, richiede allenamento, perché fa più fatica, richiede uno sforzo maggiore per fare una sintesi tra immagine e testo che, nel mio caso è anche disordinato. Per me se mi devo rilassare la sera è molto più semplice leggere un libro. Inoltre i ragazzini non leggono più i fumetti
Faranno finalmente un film su “La profezia dell’armadillo” cosa ne pensi?
La sceneggiatura è scritta da quattro persone (tra cui io), Oscar Glioti, Pietro Martinelli e Valerio Mastrandrea. Il protagonista non sono io, il film è liberamente ispirato da una storia ispirata a me, con questo i gradi di separazione aumentano esponenzialmente. Le persone che ci hanno lavorato sono persone in gamba, anche se nonostante questo il film mi agita un po’ soprattutto per la sovrapposizione con me come persona.
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