La rassegna triestina è giunta alla sua terza giornata e, tra i film proposti disponibili, anche online, spicca senz’altro il corto “Zealandia” di Bruno du Bois, un thriller fantascientifico ambientato nel futuro 2032
Il belga Bruno du Bois è al suo secondo cortometraggio come regista, il primo “Dangerous Game” del 2020 è una black comedy. Precedentemente du Bois aveva collaborato nel ruolo di assistente alla regia con Christian Rivers in “Macchine mortali”, 2018 rimanendo sempre sul genere fantascientifico.
Il corto presentato al Trieste Science Film Festival è ambientato in Zealandia che, in realtà esiste, davvero, è una massa oggi quasi interamente sommersa della crosta continentale in Nuova Zelanda.
Siamo in un un futuro non lontano, nel 2032, la Zaelandia è l’unico luogo rimasto privo di virus dopo una pandemia mondiale.
La zona, recintata, è sorvegliata da androidi-robot che scannerizzano ogni profugo che arriva prima di accettarlo all’interno della zona protetta. Verificano che non sia contaminato, non abbia malattie e che non porti nessun tipo di germe all’interno dell’unica parte sulla Terra rimasta salva.
Fin dai primi fotogrammmi si nota il contrasto tra la natura selvaggia e l’ingresso in questa specie di lager protetto, che viene accentuata dal regista, sollevando subito nel pubblico i primi dubbi. Eva è la protagonista del cortometraggio, sta tornando a Zealandia e ha con sé una grossa borsa che protegge in maniera determinata. Il nome non è casuale, Eva, la prima donna, ed è colei che diviene il simbolo di un nuovo inizio. Il cortometraggio di du Bois dura poco più di quindici minuti, intensi e curati in ogni dettaglio, dalla fotografia, ai costumi fino alla scenografia che diventano quasi un trailer in attesa del film che speriamo ci sarà.
Il cortometraggio “Zaelandia” è prodotto dalla New Zealand Film Commission ed è disponibile per la visione fino alle 17.59 di sabato 30 ottobre su Mymovies per la rassegna Trieste Science+Fiction.