Il Teatro degli Audaci ha ospitato per quattro sere l’arte di Gennaro Cannavacciuolo, artista amatissimo dal pubblico, eclettico e con la caratteristica camaleontica di portare sul palco personaggi celebri molto diversi tra di loro
Gentleman di atri tempi Gennaro è sempre elegantissimo, i suoi spettacoli hanno sempre un tocco in più che cattura lo spettatore, una volta il profumo Chanel n.5 di Marilyn Monroe in “Yves Montand. Un italien a Paris”, un’altra volta un oggetto di scena nell’operetta “Allegra era la vedova?” oppure un omaggio d’amore alla cantante quasi dimenticata “Il mio nome è Milly” regalando rose rosse alle donne in platea.
Questa volta in “Volare” è Domenico Modugno il protagonista dello show, qui Cannavacciuolo ripercorre la sua vita fin da quando era fanciullo e, tra un brano e l’altro offre caffè alla platea. Lo spettacolo parte da un dialogo tra padre e figlio “Tommaso d’Amalfi” scritta da Eduardo de Filippo nel ’63 appositamente per Modugno, la storia di un pescivendolo di nome Masaniello e di una casalinga madre di cinque figli.
“ Pur non essendo figlio d’arte ho avuto due genitori adottivi: Eduardo de Filippo e Pupella” e, in ricordo di questi due grandi artisti Gennaro Canta “Tu sì ‘na una cosa grande” lasciando la platea del Teatro degli Audaci commossa. La pièce continua con la storia e la musica dal vivo di Marco Bucci al pianoforte, Francesco Marquez al violoncello e Andrea Tardioli al sax contralto e al clarinetto. Ma il pubblico non vuole lasciarli, chiede un bis, e poi un altro e un altro ancora. Passando da “Dio, come ti amo”, “Come hai fatto (a farmi innamorare così tanto)”, “Se Dio vorrà” e conclude in un coro in unisono “Volare” di Migliacci e Modugno del 1958, canzone attuale come se fosse scritta oggi.
Attendiamo il ritorno di Gennaro Cannavacciuolo a Roma al più presto. Mentre la programmazione del Teatro degli Audaci continua da oggi 13 febbraio fino al 1° marzo 2020 con la commedia “Rumori fuori scena” di Michael Frayn.
