Al Teatro Eliseo fino al 4 marzo 2018 Alessandro Preziosi in scena con un testo scritto da Massini, complesso, unico ed emotivo, da sostenere per un’ora e mezza
Difficile entrare ed uscire da un personaggio così articolato e geniale, Alessandro alla fine dell’interpretazione, nei camerini, è visibilmente scosso e in difficoltà oltre alla fatica si percepisce il lato più viscerale, turbato. Gli occhi blu sembrano ancora quelli sgranati di Van Gogh.
Il bianco è il colore dominate del palcoscenico, crea inquietudine, la sensazione di freddo, di vuoto e il nulla vengono accentuati dalla scenografia storta che ricorda il quadro “La camera di Vincent ad Arles” olio su tela, 1888. Gli oggetti di scena sono pochi, un’orchidea bianca poggiata a terra e un quadro bianco con una tela apparentemente immacolata. In pieno contrasto con i quadri che che tutti conosciamo di Van Gogh pieni di colori vivaci. Tra gli altri oggetti un letto e alcune sedie che vengono portati e tolti dagli infermieri.
Vincent è nel manicomio Saint Paul de Manson vicino ad Arles in Francia, un ex monastero diventato nel 1855 ospedale psichiatrico. Si è fatto internare volontariamente, sia per la sua serenità sia per quella degli altri. Ma il “soggiorno” è terribile e le incredibili regole del manicomio lo fanno diventare ancora più pazzo.
I bagni freddi prolungati per oltre quattro ore, la mancanza di libri, pennelli e colori, dover pagare una tela per dipingere di nascosto, queste condizioni lo affossano ancora di più.
Siamo nel 1889, Van Gogh vuole uscire, si aggrappa a Theo (Massimo Nicolini) il fratello, ma ha tutti contro: il Dottor Vernon-Lazàre (Roberto Manzi) e gli infermieri (Alessio Genchi,Vincenzo Zampa) che lo considerano solo pazzo. L’isolamento lo uccide. Il Direttore del manicomio (Francesco Biscione) gli dà una speranza, poter dipingere e forse, poter uscire.
L’unica speranza è nel fratello Theo, i due sono legati da un affetto sincero e puro, che tuttavia non sarà sufficiente a salvarlo dal suicidio.
Un atto unico, un unico fiato sospeso, un’intensa interpretazione di Alessandro Preziosi, dolorosa e forte affiancato da un fratello fermo deciso e intimamente sofferente. Bravi.
Al Teatro Eliseo fino al 4 marzo 2018.
Photo: Franceasca Fago
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“Sogno di una notte di mezza estate” al Teatro Eliseo.