Il tailleur ha segnato una svolta nell’universo della moda poiché ha introdotto nel mondo dell’abbigliamento femminile un corrispettivo del completo da uomo
Il primo della storia fu creato su commissione della principessa del Galles nel 1885 dal sarto John Redfern, da allora ha fatto tendenza creando un classico che sarebbe poi durato nei secoli. Composto da due pezzi (giacca e pantalone o giacca e gonna). La regola vuole che entrambi siano realizzati con lo stesso tessuto.
Prende piede sin da subito come completo informale, salvo poi diventare un capo simbolo della vita attiva delle donne e della libertà femminile che proprio in quegli anni premeva per essere affermata.
Inutile dire che il modello di tailleur più famoso è quello della rivoluzionaria stilista francese Coco Chanel, diventato iconico ed inconfondibile e siano nei primi del novecento. È proprio lei a stravolgere il completo e a renderlo iperfemminile ed elegante, rendendolo adatto alla vita attiva delle donne, in qualche modo augurando loro libertà ed eleganza in ogni contesto.
Anche Yves Saint-Laurent ha dato un importante contributo alla diffusione del modello. Ha creato infatti una linea androgina per le donne andando a scardinare le regole della moda femminile.
Negli anni ’80 poi, dopo un breve calo di popolarità, il tailleur torna in auge grazie a Giorgio Armani che porta sulle passerelle la cosiddetta “giacca disossata”, cioè privata delle imbottiture su schiena e fianchi. Un capo che quindi cade morbido e che segue le linee del corpo sinuosamente.
Con questa innovazione lo stilista italiano è andato incontro alle “nuove” donne di quel decennio: ormai affermate, emancipate e intraprendenti sul lavoro ma anche nella vita personale. Un grande passo avanti per il Made in Italy.
Dal tailleur classico a quello più moderno nel tagli e nei colore. Sono di tendenza anche i colori pastello. Invariato il fascino del bianco nero che rimane il must dell’eleganza e della sensualità.