Emily Fridlund è una scrittrice particolare, nei suoi libri si trova sempre un lato nascosto, oscuro ma velato, come in questo romanzo
Storia dei miei lupi, è il titolo di una presentazione che l’adolescente Linda Furston espone in classe al professor Grierson. Ma non è solo quello. I miei lupi potrebbero essere le persone che la circondano, adulti “malati” in un’apparente atmosfera tranquilla.
Ambientato nel Minnesota, la vicenda si sviluppa molto lentamente, qua e là il lettore percepisce delle incongruenze, dei piccoli dettagli inquietanti che restano però per buona parte del libro, nascosti.
Linda vive con la sua famiglia adottiva in una casa che apparteneva a una setta alla quale anche i veri genitori facevano parte. A scuola è considerata strana, asociale e timida. La figura dell’insegnante, il professor Grierson sembra rassicurante, ma poi si scopre accusato di relazioni con minori. Anche se apparentemente è gentile e premuroso.
Un giorno in pieno inverno una coppia con Paul, un bimbo di quattro anni, arriva nella casa davanti al lago con una piccola Honda azzurra. Sono i nuovi vicini di Linda.
“Sul lago quasi nulla si muoveva o respirava. Quella era la parte peggiore dell’inverno, una desolazione di bianco a perdita d’occhio, non certo un posto per bambini o gente di città”.
Ben presto lei diventa la baby sitter del bambino. Sembra tutto tranquillo sono tutti felici eppure, a volte, il bambino dice cose strane, frasi insolite per la sua età, frasi con uno strano tema religioso.
Cosa si cela dietro a tutti questi personaggi? Nessuno è veramente come appare. Linda si trova sola.
“Storia dei miei lupi” di Emily Fridlund è il caso letterario da oltre cinquantamila copie negli Stati Uniti, acclamato dalla critica e finalista a sorpresa del prestigioso Man Booker Prize.
In Italia è edito da DeA Planeta Libri, una storia allo stesso tempo rassicurante e inquietante, senz’altro nuova, da scoprire.
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