“Stitches- un legame privato” un film di Miroslav Terzić al cinema dal 13 maggio

Il film è ispirato ad una storia vera, tratta dal libro scritto da Elma Tataragić, già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya” per dare voce ai genitori dei troppi bambini scomparsi in Serbia nell’ultimo ventennio. “Stitches- un legame privato” è stato presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale, dove ha vinto l’Europa Cinemas Label

Ana (Snežana Bogdanović) una sarta, il marito e la prima figlia vivono in un appartamento modesto e dignitoso di Belgrado.

La donna ha lo sguardo perso nel vuoto, le sue azioni sono presenti, ma la sua mente è bloccata a diciotto anni addietro quando, subito dopo la nascita, il suo figlio maschio è stato dichiarato morto.

Da quel momento, la donna non si rassegna, troppe discrepanze tra quello che l’ospedale ha dichiarato e quello che lei come madre sente, la convincono che sotto ci sia dell’altro. Che il figlio sia ancora vivo. Non ha visto il corpicino, non sa dove sia seppellito e ogni suo tentativo di ricerca viene bloccato violentemente facendole credere di essere pazza, viene anche rinchiusa in un ospedale psichiatrico, le forze dell’ordine trascurano i suoi appelli di ricerca oppure la intimidiscono. La donna tuttavia è tenace e, anche se ormai in famiglia ogni speranza è trainata solo da lei, un’associazione clandestina darà luce alla verità.

Un film che vi farà commuovere, in cui la compostezza di questa madre, unita alla saldezza, vi faranno riflettere sulle ingiustizie che ci sono ancora oggi, o almeno come da nota di regia ancora quando è stato girato il film.

“Sono diventato padre per la prima volta nel 2001. Lo stesso anno, sono venuto a sapere della storia dei rapimenti di neonati negli ospedali” – racconta il regista Miroslav Terzić – “La vicenda delle loro vendite; i falsi certificati di morte; le menzogne alle madri; le famiglie rovinate. Ho cominciato a scavare, ad esaminare archivi e a cercare testimoni che avessero la forza di dirmi qualcosa. Nessuno dei casi è mai stato risolto. La maggior parte di essi sono avvenuti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, all’alba della guerra che avrebbe lacerato la Jugoslavia. Sono più di 500 le famiglie che stanno cercando di ritrovare i loro bambini. Sono più di 500 storie diverse, e alcune del tutto inascoltate. Ho deciso di raccontarne una”.

“I punti” (stitches) sono simbolicamente quelli che la sarta ogni giorno con la sua macchina da cucire mette uno dietro l’altro, ma anche i punti che creano un legame indissolubile tra la madre ed il figlio.

Drinka Radonjic, la vera sarta di Belgrado ha lottato contro le istituzioni, il personale medico e anche la famiglia che alla fine però le ha dato ragione, quando la verità è stata finalmente svelata.