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Il diabete e la sindrome plurimetabolica

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In questo articolo parleremo di un problema che sta diventando sempre più comune e che affligge gran parte della popolazione mondiale, ovvero la sindrome plurimetabolica.

Quando si parla di sindrome plurimetabolica si intende una condizione patologica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori di rischio e sintomi che si verificano contemporaneamente nell’individuo.

La sindrome plurimetabolica è caratterizzata infatti dalla presenza in contemporanea di più patologie come insulino-resistenza, diabete mellito, obesità, dislipidemie, ipertensione, steatosi epatica e nefropatie.

Essa sopra i 20 anni colpisce il 24% della popolazione e il 30% sopra i 30 anni. La sua incidenza dipende quindi anche dall’età.

Una delle cause principali della patologia è però lo stile di vita scorretto e l’assenza di attività fisica.

La patologia infatti sta diventando più frequente negli ultimi anni con l’aumento del benessere, della sedentarietà e con il surplus alimentare.

Il 90% dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 ed il 75% dei pazienti ricoverati con infarto al miocardio presentano la sindrome metabolica.

Prima di spiegare le strategie per contrastare la patologia ripercorriamo alcune importanti tappe storiche:

La correlazione tra diabete ed altre patologie ad alto rischio cardiovascolare era già stato constatato negli anni venti.

Il medico marsigliese J. Vague nel 1947 notò che gli obesi erano predisposti a diabete, arteriosclerosi, ingrossamento della tiroide e calcolosi urinaria.

Nella seconda metà degli anni sessanta Avogadro e Crepaldi scoprirono che i pazienti che presentavano obesità, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia miglioravano con una dieta ipocalorica.

Nel 1977 Haller usò per primo il termine “sindrome metabolica” per intendere un’associazione di obesità, diabete mellito e steatosi epatica, descrivendo in aggiunta i fattori di rischio dell’arterosclerosi.

Nel 1977-78 secondo Gerald B. Phillips  i fattori di rischio all’origine dell’infarto del miocardio erano correlati anche all’obesità.

Nel 1988 Gerald M. Reaven ha definito ‘’sindrome X’’ la manifestazione simultanea delle patologie descritte.

Tale sindrome era conosciuta anche con il nome di Sindrome di Reaven, in suo onore.

La sindrome X è stata definita anche sindrome da insulino-resistenza e successivamente sin- drome metabolica cardiovascolare fino a diventare ‘plurimetabolica’ .

Su quasi tutti i testi è ancora comune trovare la dicitura di sindrome metabolica, mentre in Australia tale sindrome è conosciuta con il nome di CHAOS.

Ricordando che il nostro corpo a riposo consuma grassi, mentre in attività fisica consuma zuccheri è evidente come l’attività fisica possa dare benefici regolando appunto i bilanci di glucosio nel sangue.

Nei prossimi articoli ulteriori approfondimenti sulla patologia e le strategie allenanti e alimentari per prevenirla e contrastarla.

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