La serata dei duetti a Sanremo vede il connubio tra tutte le forma d’arte, oltre 70 artisti sul palco per il desiderio del Direttore Artistico Claudio Baglioni di unire ogni forma artistica sul palcoscenico del Teatro Ariston.
Acrobati, trampolieri e ballerini aprono la quarta serata insieme a Claudio Baglioni che canta “Acqua dalla Luna”. Trentadue sono gli ospiti che accompagnano nei duetti i concorrenti in gara, per un totale di cinquantasei artisti che si sono esibiti, ” Per regalare incanto e stupore al pubblico con la ricerca di armonia tra le diverse discipline”.
Virginia Raffaele in abito lungo nero brillante di Philosphy di Lorenzo Serafini, elegantissima e finalmente graziosa, il nero e i brillantini sono il dress code della serata.
Arrivano sul palco i primi cantanti: Cristina D’Avena imprime un timbro di voce e da sicurezza la giovane duetto di Federica Carta e Shade. È la volta di Motta e Nada, che passano quasi inosservati per la sobrietà e la carica un po’ scarsa, anche se poi risultano i vincitori della gara.
Noemi e Irama, l’idolo delle ragazzine, si emozionano durante l’esecuzione di “La ragazza con il cuore di latta”, le parole sono molto belle “il suo papà le rubò il cuore vero per regalarle un cuore di latta” e ancora “non sei più da sola, adesso siamo in due, io ci sarò comunque vada”. Irama con i suoi occhi azzurri incanta la platea.
Ligabue appare dal nulla dopo la pubblicità senza annunci, cantando “Luci d’America” dal suo nuovo album che uscirà l’8 marzo.
Dopo uno sketch imbarazzante tra ingressi preparati e chitarre giganti ha cantato “Urlando contro il cielo”, finalmente è la volta dell’attesissimo duetto Baglioni-Liga con “Dio è morto” di Franceso Guccini per la prima volta nella storia di Sanremo un testo “rivoluzionario” e sempre attuale pur essendo di cinquant’anni fa, bravissimi ma non è la stessa cosa se non cantata da lui.
Patty bravo in compagnia di due giovani signori bellissimi Briga e Giovanni Caccamo esegue il “Un o’come la prima volta”.
I Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci i “capelloni” come li chiama Bisio: Ruggeri e Paolo Bruni stesso look, stessa posizione movimenti, hanno un’energia potente, la tromba di Roy Paci dal vivo arricchisce il brano.
Il Volo gioca la carte vincente con il violinista Alessandro Quarta, che suona lo strumento con un assetto rock, il jeans stracciato e una t-shirt.
Mentre subito dopo Arisa e Tom Hadley duettano mentre i piedi dei Kataklò volteggiano dietro le loro teste, Arisa cerca la mano di Tom, con gli occhi a cuoricino è visibilmente coinvolta e affascinata.
Soul e hip pop con Mhamood e Guè Pequeño, i due hanno il ritmo giusto anche se la mise è un po’ eccentrica ( quella di Guè e cambiate i pantaloni di Mohamed). La melodia è orecchiabile e rimane in testa.
Ghemon con Diotato e i Calibro 35, con “Rose viola” e la Abbagnato danza tra le note di “Aspetto che torni” con Vogel, Francesco Renga e Bungaro.
L’accoppiata vincente è quella di Ultimo al pianoforte e Fabrizio Moro con il maestro Vincenzo Morotta al clarinetto.
Molto bello il recitato di Neri Marcorè con le parole in musica di Nek, l’idea di Baglioni di unire le diverse discipline artistiche funziona, porta qualcosa di diverso pur mantenendo sempre un target adatto a un pubblico tradizionale.
Forse il pubblico avrebbe gradito che i brani fossero diversi e non quelli portati in gara, così come hanno fatto nel Dopo Festival.
I Boomdabash riescono a far alzare le mani alla platea sanremese, accompagnati da Rocco Hunt e dai Musici Cantori di Milano.
La serata sembra interminabile, gli artisti sono veramente tanti, gli stimoli sempre diversi, a volte la veloce carrellata stanca, anche se alla fine la curiosità vince.
The Zen Circus con Brunori Sas, Beppe Fiorello e Paola Turci infiammano il palco guardandosi negli occhi, lei sembra più sicura, i duetti rafforzano la potenza di ogni singolo interprete.
Anna Tangelo e Syria le due mamme sul palco dell’Ariston si emozionano visibilmente.
Ex-Otago con il grandissimo Jack Savoretti. L’arte di Massimo Ottoni che crea figure con la sabbia unita al pianoforte di Paolo Jannacci accompagnano la musica di Enrico Nigiotti.
Il rock torna con Loredan Bertè e Irene Grandi sul palco del Teatro Ariston, il pubblico urla entusiasta mentre cantano “Cosa ti aspetti da me”. Sanding ovation per questo duetto femminile.
Daniele Silvestri e la voce degli Afterhours competono alla grande con le due donne rockettare svegliando il pubblico assopito.
Einar con Biondo e Sergio Sylvestre cantano “Parole Nuove” sono giovani e sono belli il gigante e i ragazzini puri ed emozionati con gli occhi brillano.
“Abbi cura di me” unisce Cristcchi ed Ermal Meta, il più bel duetto maschiel senz’altro, inetnso.
A seguire Nino D’angelo con Livio Cori e i Sottotono. Mentre Achille Lauro con Morgan concludono le esibizioni della serata.
La proclamazione dei vincitori avviene molto velocemente, forse perché tutti stanchi della lunga serata, consegnano La Lanterna (simbolo della rotta) al duetto vincitore Motta e Nada.