Nella città natale del grande Wolfgang Amadeus Mozart, la Lazio stecca incredibilmente ed esce dall’Europa League, dopo essere stata ad un passo dalle semifinali
Il rammarico più grande per squadra e tifosi è sicuramente quello di essere usciti contro un avversario di lignaggio sicuramente inferiore. Purtroppo però nello sport le ipotetiche superiorità vanno dimostrate sempre in gara, e non solo a tavolino.
Ieri sera, in uno stadio che era una bolgia, la Lazio è stata all’altezza per tutto il primo tempo, contenendo il Salisburgo con personalità. E anzi, è addirittura passata in vantaggio nel secondo tempo con Immobile, per la momentanea gioia dei millequattrocento tifosi che l’hanno seguita in Austria. Poi, forse per la convinzione di avercela fatta in anticipo, il black out totale, di testa e di gambe. Non è la prima volta che succede alla squadra, anche dopo il bellissimo primo tempo contro il Napoli, nella ripresa ci fu il crollo. Ci sarebbe lavoro per uno stuolo di psicologi o, per dirla in termini moderni, di mental coach.
Fatto sta che, a tre giorni dal derby, la Lazio è completamente scarica e dovrà affrontare una squadra che cammina a tre metri da terra.
Già, la differenza è questa, tutta nel morale perché mentre la Roma ha ribaltato inaspettatamente, con una partita memorabile, il risultato di andata contro il Barcellona, la Lazio invece è stata ribaltata dal Salisburgo. Compito dell’allenatore sarà ravvivare le teste dei giocatori piuttosto che le gambe, per evitare il colpo di grazia che in città sarebbe difficilmente sopportabile.
La partita inizia con la Lazio in controllo, in un primo tempo povero di occasioni da entrambe le parti. Sembra una gara avviata a concludersi con un pareggio, o con una vittoria o sconfitta di misura. La qualificazione non sembra poter essere in dubbio da un Salisburgo per niente trascendentale. Invece nel secondo tempo succede tutto quello che di peggio può succedere in una partita di calcio. O di meglio a parti invertite.
La Lazio passa in vantaggio al 55’ con Immobile, che piazza all’incrocio dei pali un perfetto assist di Luis Alberto in profondità.
Sembra che vada tutto per il meglio, anche dopo l’immediato pareggio del Salisburgo appena un minuto dopo, con un tiro di Dabbur deviato da Luiz Felipe.
Addirittura al 72’ Luis Alberto fallisce una irripetibile occasione da gol solo davanti al portiere, su invito di Felipe Anderson. Non è da giocatori come lui che puoi aspettarti errori simili, ma il calcio è anche questo.
Nell’azione successiva il patatrac. Il Salisburgo passa in vantaggio con un tiro incrociato che batte Strakosha. 2-1. Passano due minuti e arriva la terza rete ad opera di Hwang, con un tiro da fuori al quale nessuno dei laziali si oppone. 3-1. Ancora due minuti e su calcio d’angolo il Salisburgo trova la quarta rete con Lainer che di testa sfrutta una sponda di Ramalho. Lazio in bambola e disfatta totale. Città bellissima Salisburgo. Ma da adesso in poi i tifosi laziali la ricorderanno più per questa partita che per le gesta del bambino prodigio Mozart.
Valter Laurenti