Distribuito da Wanted Cinema, in anteprima, dopo essere stato presentato al Festival di Cannes 2023 in concorso nella categoria Un Certain Regard, il film “Rosalie” diretto e scritto da Stéphanie Di Giusto con Nadia Tereszkiewicz e Benoit Magimel sarà nelle sale italiane il 19 e 20 maggio a Roma, il 21 a Milano, il 22 a Bergamo e il 23 a Firenze
Ambientato nel 1870 e girato in una vecchia fucina nel cuore della Bretagna “Rosalie” è tratto dalla storia vera della donna barbuta Clementine Delait vissuta all’inizio del XX secolo in Francia. Come lei Rosalie diventerà la proprietaria di un café attirando numerosi clienti solo che il percorso della protagonista del film di Stéphanie Di Giusto si discosta dall’originale: un inganno per un matrimonio combinato in cambio della dote di cui Abel ha necessità per non perdere il suo café. Rosalie si presenta senza barba, accuratamente depilata tradendo il suo futuro marito e portandolo nell’inganno fin dalla prima notte di nozze.
I peli ricoprono non solo il volto ma anche tutto il corpo della giovane donna e sarà solo il suo coraggio unito alla gentilezza ha conquistare Abel e il paese incuriosito dalle caratteristiche circensi.
Le lunghe ore di trucco e parrucco, la vestizione, il corpetto e, soprattutto la volontà precisa della regista di rispettare le scene girate in ordine cronologico, hanno portato Nadia Tereszkiewicz ad entrare piano piano nel personaggio. Il rituale cominciato alle quattro di mattina si completava dopo cinque ore e l’incontro con Benoiy Magimel, volutamente non organizzato prima, si sviluppava con la trama. La stessa sensazione di ripugnanza iniziale che l’uomo provava per Rosalie si è trasformata durante il percorso in accettazione. “In certi momenti non stavo recitando, l’emozione mi ha travolto” ha dichiarato Nadia in un’intervista. Emozione che traspare al pubblico in ogni singola scena in un crescendo di tensione fino al finale desiderato e atteso.
Anche Benoit non ha negato la difficoltà di “abituarsi” al volto e al corpo di Rosalie fino a rimanerne poi incantato dalla gentilezza.
Una storia di libertà, di accettazione del proprio corpo simbolo e rappresentazione di unicità. Una storia d’amore costruita sui rispettivi limiti fisici (Abel era tornato dalla guerra con un’invalidante ferita alla schiena). La natura e la campagna bretone che avvolge con i suoi colori Rosalie nelle fughe dolorose nel bosco e nella sua scoperta della sessualità.
“Rosalie” è un puro incontro di anime oltre all’aspetto fisico e materiale, attraverso la lotta contro i pregiudizi del mondo ed interiori.