Sono cinque le serate in cui Rocco Papaleo con Arturo Valiante al pianoforte, Davide Savarese alle percussioni e Giampiero Da Dalto in “cucina” e canto dal 19 al 23 dicembre ha deciso di festeggiare i quarant’anni di carriera artistica come dichiara lui stesso “Scrivendo, cantando e recitando”. Le date sono organizzate da Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci. Lo spettacolo è prodotto da Stefano Francioni Produzioni
Rocco Papaleo accoglie il pubblico nel Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica come se fossimo tutti invitati a casa sua, a dare la sensazione di calore e famiglia ancor di più è il cuoco cantante attore Giampiero che in fondo alla scena prepara in un enorme pentolone un risotto. L’odore di cipolla pervade le narici fin dal nostro ingresso in sala e per un attimo pensiamo di aver sbagliato luogo e un attimo dopo siamo lieti di non aver sbagliato. Per tutta la serata accompagniamo la preparazione del risotto anche se per questioni di sicurezza e permessi, al contrario di altri posti in cui a fine serata veniva condiviso, non sarà possibile e il pubblico si accontenterà solo dell’acquolina in bocca.
Lo show di Rocco Papaleo ha inizio. Alcuni pezzi di repertorio erano stati proposti in occasione di “Maledetti amici miei… il ritorno” insieme ad Alessandro Haber, Giovanni Veronesi e Nino Frassica come quando racconta la prima volta in cui ha fatto all’amore in campeggio. Altri nuovi. In ogni caso ogni volta che si partecipa ad uno spettacolo di Rocco Papaleo è sempre come fosse la prima volta, la parte di improvvisazione e interpretazione sono sempre unici e irripetibili. Partecipare resta sempre un piacere indiscusso. Per Papaleo non è solo l’occasione di festeggiare la sua carriera artistica ma anche quella di presentare il suo libro “Perdere tempo mi viene facile” edito da Mondadori e promette di firmare le copie nella libreria dopo lo spettacolo.
È stato molto amato dal pubblico il racconto di una mattina difficile, a causa di una ex, in cui Rocco si trova a leggere un libro di poesie e si accorge pian piano che il suo umore cambia “Ma guarda un po’ la poesia fa lo stesso effetto della droga ma è legale, non ci vuole la ricetta, forse per questo è molto meno affascinante. Per renderla più appetibile non sarebbe meglio renderla proibita?” il culmine con un classico, che non rivelo per non perdere il piacere di gustare la semplice verità raccontata come solo lui sa fare.
È un piacere ascoltarlo, unirsi alla musica, accoccolarsi nelle poltroncine della platea e lasciarsi trasportare nel caldo delle sue parole, con i fantastici musicisti e poter poi solleticare a fine serata il risotto condito anche con la poesia.