Le lettere dal manicomio di Endenich vicino a Bonn, sono state per la prima volta tradotte in italiano da Anna Costalonga, a cura di Filippo Tuena, Gaffi editore in Roma- Italo Svevo 2017.
Si tratta di una raccolta di lettere che vanno da settembre 1854 a maggio 1855. Ricoprono solo un piccolo lasso di tempo, ma da esse si puo’ tuttavia evincere il significativo stato d’animo e interiore del compositore. Segregatosi volontariamente a Endenich, Schumann peggiora di giorno in giorno. L’acufene sviluppatosi precedentemente lascia spazio a visioni uditive, sentiva le note nella stanza e componeva. Un misto di genialità e incomprensione, disturbi della personalità e bipolarismo lo accompagnano nei due anni di segregazione. Sorvegliato costantemente non poteva ricevere molte visite, le lettere erano controllate dai medici, a questo si attribuisce la forma usata e le poche manifestazioni amorose nei confronti della moglie.
Johannes Brahms sarà l’unico a fargli vista frequentemente, mentre a Clara la moglie sarà concesso di vederlo solo pochi giorni prima della morte il 29 luglio 1856.
L’amore di Clara, pianista e compositrice anche lei di gran fama oltre a madre dei suoi otto figli. Lei che con forza porterà avanti la famiglia, tenendo concerti in Inghilterra, lo accompagnerà sempre. Sofferente di non poterlo mai vedere. Il loro amore era sbocciato da giovanissimi contro il parere del padre di lei il maestro Friedrich Wieck. Clara talvolta con un personalità egocentrica prevarica il marito anche nel dolore pur essendone totalmente innamorata.
Il libro scorre veloce, appassiona e interessa il lettore alla vita dei Schumann, fa venire voglia di esplorare e scoprire ancora altri sprazzi della loro vita, di ascoltare le composizioni, è un ponte per un mondo che forse troppo spesso è sconosciuto, quello della creatività, quella che forse ha portato Robert Schumann a finire i suoi giorni in un manicomio perché tra la follia e la genialità spesso passa una linea sottile.
Le “Lettere da Endenich” fanno parte di una raccolta di dieci testi “Piccola raccolta di letteratura inutile” Italo Svevo- Gaffi editore.
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