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“Ti mando un vocale (di 10 minuti…)”: le relazioni ai tempi di WhatsApp

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I Social oggi- WhatsApp@pixabay

I bisogni di socializzazione, condivisione, aggregazione e appartenenza sono innati nell’essere umano.Oggi questi bisogni possono essere soddisfatti attraverso vari canali e, grazie ai Social Network, le persone possono rimanere in contatto e interagire anche senza frequentarsi con costanza.

Negli ultimi anni, però, lo strumento per eccellenza, il più utilizzato per comunicare con amici, parenti e colleghi è senza dubbio WhatsApp.

L’applicazione di WhatsApp nasce come un sistema di messaggistica istantanea, gratuita e facile da usare, permettendo anche di inviare i messaggi vocali. La sua utilità è indubbia: si possono mantenere i contatti con persone che vivono distanti, si possono condividere foto, documenti e organizzare incontri di gruppo creando delle chat specifiche a tema.

La comodità, la fruibilità e la velocità di questa applicazione, però, possono nascondere delle piccole insidie sociali. Queste caratteristiche ci predispongono a rimanere fermi in alcune strategie difensive di cui non sempre siamo consapevoli e che, nel lungo termine, possono minare le relazioni invece di arricchirle.

L’uomo è un animale sociale, si sa, ma adora anche le sue zone di comfort! Quindi l’utilizzo di questo strumento rappresenta un ottimo compromesso per non “perdere di vista” gli amici, evitando le “incombenze” che a volte richiedono gli incontri vis a vis e le relazioni più profonde.

I vantaggi nell’utilizzare questa applicazione sono tanti e ben noti a tutti, ma vediamo insieme quali potrebbero essere i rischi di un uso eccessivo e poco equilibrato di questo prezioso strumento.

1 Comunicazione incompleta: un dialogo profondo è composto non soltanto da parole ma da gesti, sguardi, toni di voce (linguaggio non verbale) che caratterizzano il clima emotivo della comunicazione tra due o più persone. L’uso di messaggi fugaci o di vocali per intraprendere una comunicazione o trattare contenuti delicati, può creare fraintendimenti e ambiguità, dando adito a più di una interpretazione.

Le emoticons e il vocale possono aiutare a direzionare in maniera più focalizzata le argomentazioni ma, se si vuole affrontare un tema importante con qualcuno, è sempre preferibile incontrarlo di persona e avere il tempo di chiarire eventuali incomprensioni.

2 Può generare comportamenti di iper controllo: a meno che non si disattivino le conferme di lettura e gli orari di accesso, la persona che invia un messaggio può controllare che il destinatario l’abbia letto. Nelle situazioni in cui sono in atto litigi o incomprensioni, una mancata risposta ad un messaggio visualizzato amplifica i conflitti e genera paranoie di vario tipo, tra cui sensazioni di rifiuto non sempre realistiche. Non potendo avere uno scambio diretto, non possiamo conoscere il vero motivo di una mancata risposta. Meglio, quindi, attendere e tirare le somme dopo aver avuto un confronto che non si limiti alla comunicazione virtuale!

3 Diminuisce gli incontri: se durante un vocale di 10 minuti siete stati in grado di raccontare alla vostra amica del cuore tutto ciò che vi è successo durante la settimana, cosa vi resta da raccontare davanti ad una bella pizza?

Il fattore comodità ci porta a sottrarci ad alcune fatiche che la presenza fisica può richiedere: organizzazione per gli spostamenti, trovare del tempo da dedicare agli incontri con gli amici, altri impegni da “incastrare”.

Per questo spesso preferiamo “raccontarci” ed aggiornare gli altri tramite un vocale che può variare nella durata in base alla nostra personalissima interpretazione del concetto di sintesi (non sempre corrispondente a quella del destinatario!).

4 Ci difende dal confronto e da un eventuale scontro diretto: mandare un messaggio per informare una persona che siamo dispiaciuti, arrabbiati o delusi con lei, ci permette di sfogarci senza dover ascoltare il suo punto di vista e senza subire interruzioni. Questa modalità difensiva alla lunga può impoverire le relazioni che, invece, necessitano di dibattiti vivi e a volte anche conflittuali per poter arrivare insieme ad una risoluzione che sia condivisa da entrambi le parti.

5 A volte ci rende maleducati: quando siamo in compagnia di altre persone e abbiamo la smania di controllare le notifiche dei messaggi WhatsApp, stiamo bloccando la comunicazione nel qui ed ora con chi ci sta accanto, ci deconcentriamo e risultiamo irrispettosi agli occhi degli altri che sono costretti ad attendere che il nostro sguardo torni a seguire il filo del discorso. Questa modalità porta all’isolamento e può diventare un automatismo davvero antipatico e controproducente.

Come gestire nel migliore dei modi questo valido canale, limitandone i fattori di rischio?
  • Utilizzate WhatsApp soltanto per comunicazioni sintetiche
  • Quando siete di cattivo umore o avete poco tempo per rispondere, disattivate le notifiche e la conferma di lettura
  • Se avete una questione emotiva da affrontare con qualcuno, incontratelo di persona o preferite una telefonata al messaggio vocale
  • Se siete impegnati in attività sociali “reali”, evitate di controllare ossessivamente il telefono

Vi lascio con una bella citazione di Zygmunt Bauman, sperando possa incoraggiare a coltivare le relazioni puntando su canali comunicativi più profondi e articolati:

“Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione”

Buone relazioni a tutti!

 

Dott.ssa Simona Bianchini

Psicoterapeuta