A Perugia dal 13 al 22 luglio si svolge la manifestazione Umbria Jazz 18, Quincy Jones durante la conferenza stampa racconta il suo esordio e il suo amore per la musica
La parola jazz per Quincy vuol dire libertà di poter improvvisare, di scegliere dove andare. Jones ha vissuto tutte le fasi dei cambiamenti di questo genere di musica attraverso un arco di tempo piuttosto lungo. Con Ray Charles ha suonato dall’età di 14 anni, ovunque, per fare un po’ di soldi, insieme hanno interpretato ogni genere di musica anche classica ed è questo il concetto di libertà a cui si riferisce. La libertà di poter attingere ad ogni stile e crearne uno nuovo.
Quincy dichiara di non aver mai pensato di fare musica per fare successo, è solo una conseguenza “faccio musica solo per dare emozioni” anche se il caso ha voluto che vendesse 130milioni di dischi.
Incontrarlo è storia, la sua cultura è preziosa e quando parla trasmette la passione che ormai spesso non si percepisce più tra le note e le parole. “Già negli anni ’30 facevano rap a Chicago, quello di oggi è solo una rimasticazione di quello che veniva fatto già da tanto tempo. Per esempio la breakdance non viene dal Bronx come si crede, ma dagli schiavi africani, dal Brasile, dalla capoeira, con una serie di contaminazioni che non vengono tracciate perché non si conosce la storia.
Tutta questa musica che si combina nel tempo è la prova che siamo tutti connessi “.
Il consiglio di Quincy Jones è quello di rimanere abbracciati alle proprie radici e al loop musicale che ci appartiene, alle nostre origini. Elegante e sorridente ha un fascino travolgente, incontrarlo è stata un’occasione unica e preziosa.
La manifestazione Umbria Jazz 18 si svolge dal 13 al 22 luglio a Perugia, numerosi gli ospiti presenti, tra questi Stefano Bollani, Melody Gardot, Gregory Porter, Benjamin Clementine, David Byrne e i Massive Attack. Molti anche i concerti gratuiti nel centro storico all’aperto.