Quattro donne di età diversa dalla fanciullezza all’adolescenza fino all’età adulta affrontano il loro destino che non è poi lo stesso. Il film di Arnaud des Pallières mostra la sessualità di queste figure femminili da diversi punti di vista, spesso crudi, in cui si denota un’ esperienza verso l’altro sesso conflittuale e spesso distorto
Ispirato alla vita della co-sceneggiatrice Christelle Berthevas la storia racconta le quattro fasi della vita di una donna. Per farlo Arnaud des Pallières il regista ha dovuto prendere attrici diverse ma con una somiglianza incredibile, infatti è subito chiaro che si tratti della vita della stessa donna anche se temporalmente le vicende non sono narrate in ordine cronologico. È interessante il punto di vista di ognuna di loro e, anche se la storia è reale, pur essendo romanzata, concentrandosi in poco più di cento minuti di pellicola dà la sensazione come se la protagonista avesse avuto una vita dissoluta e persa invece di seguire l’impronta alla ricerca della libertà che era all’origine della sceneggiatura.
Le quattro diverse attrici (Adèle Haenel, Adèle Exarchopoulos, Solène Rigot e Vega Cuzytek) hanno le stesse caratteristiche fisiche e il personaggio prende ognuna di loro seppur in età diverse con lo stesso filo che le accomuna realmente come se fossero la stessa persona. Questa è stata la dimostrazione assoluta di bravura del regista anche se il film è confusionario. L’intento era quello di lasciare delle porte aperte rendendo anche lo spettatore coautore, come dichiara Arnaud, ognuno di noi si affezionerà ad un personaggio ed il film si adatterà ai nostri vissuti e a ciò che ci vogliamo vedere. Di sicuro se guardato in momenti diversi della vita le emozioni saranno diverse, questo aspetto camaleontico è innovativo ed è la parte vincente del film. Può non piacervi la prima volta e poi magari lo troverete affascinante o viceversa.
“Quattro Vite” sarà dal 27 agosto al cinema distribuito da Movies Inspired.
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