In un video, presentato oggi ad Altaroma, le tredici collezioni progettate e realizzate dagli studenti del terzo anno del corso Culture e tecnologie della moda dell’Accademia di Belle Arti di Roma
Un team giovane ha realizzato interamente il progetto, dagli stilisti, ai videomaker (Team Monkeys Video Lab ex studenti del corso Arti Multimediali) ai modelli e modelle sulla passerella virtuale di Altaroma. Il curatore del progetto arrivato alla quarta edizione è Alberto Moretti.
Vediamo insieme cosa ci hanno proposto i giovani stilisti:
Il tema di Susanna Picchiami è “Les jeunes idéaux”. Tre modelle in un campo di funghi velenosi, quelli fiabeschi rossi a puntini bianchi. Le salopette infantili richiamano anch’esse un’infanzia avventurosa, tasche da esploratrici rivestono i top dandogli un tocco anni sessanta.
Giulia Fastellini con il suo “Antithesis” ambientato in una foresta nella quale volteggiano le modelle in abiti neri, camicette e vestitini che richiamano il motivo del fogliame. Le stampe in Tye-die ripropongono il momento esatto in cui la luce incontra le fronde degli alberi riflettendo la loro ombra sulla superficie. Un’attenzione dunque particolare al rapporto uomo-natura senz’altro una ventata di modernità con una grazia che rispecchia la personalità della stilista.
“Attraverso questo gioco di ombre ho realizzato abiti che fossero un tutt’uno con la natura. L’obiettivo è stato improntare la mia collezione su una donna-ragazza dalla silhouette morbida e dolce, allo stesso tempo forte e tenace capace di vivere in questo mondo che spesso e volentieri si dimentica della vita che lo circonda” dichiara l’artista.
Arianna Ferrara in “Nostalgie dans l’intimité” gioca con i tessuti, le trasparenze e copre le modelle con foulard importanti sulla testa, colori pastello e accessori elaborati concludono lo stile dei capi presentato ad Altaroma.
“La mia collezione parte dall’analisi della mia intimità, di ciò che per me è intimo, quello che compine la mia intimità. Questa è descritta nella mia collezione come un viaggio, una ricerca sulla propria intimità, che crea curiosità nell’altro. Gli abiti e l’utilizzo dei capi di abbigliamento intimo ne rappresentano tutte le sfaccettature, la nascondono e la mostrano, in un connubio tra seduzione e dolcezza. Le suggestioni anni 50 e 60 evocano un senso di nostalgia, ricordi anche non vissuti, che suggeriscono un’intimità familiare, anche grazie all’utilizzo di accessori vintage recuperati”.
Erika Chiaverini con “Upset Noise” ci porta in un mondo onirico nel quale aviatrici moderne che hanno come unico accessorio una sveglia segna tempo. Dove andranno queste donne con gli abiti intensamente colorati di giallo, blu, fucsia e righe in contrasto? Righe reinterpretate in maniera sporca, poste come un’interruzione alla monocromia dell’abito.
“È un mondo adatto ai personaggi del Grand Budapest Hotel, del Party degli illuminati, o personalità eccentriche e androgine come quella di David Bowie. Non esiste bellezza oggettiva, a regnare è il gusto dell’orrido e gli oggetti vengono indossati così da esser privati dalla loro funzione principale” dichiara l’artista.
Aurora Promutico e il suo “Non-lieux” che è un enorme centro commerciale, scale mobili, un carrello, il “Non-luogo” dove l’essere umano perde la sua identità che viene ritrovata nei suoi abiti. La stilista dà molta importanza agli accessori, valigie, foulard a pois e borse, su abiti ampi e importanti.
“I miei abiti presentati in “private4” con la collezione “non-lieux” rappresentano una realtà quotidiana di caos e frenesia dove donne e uomini contemporanei perdono la loro identità fino a mescolarsi fra loro in attesa di un cambiamento, che non si sa quando avrà luogo”.
Andrea Mugavero presenta “Opulentia”. Mandala caleidoscopici fanno da sfondo alle modelle dai grandi orecchini, guanti in tulle ed abiti sensuali. Il colore è protagonista, a scacchi bianco e nero o rosso scuro dai tessuti pregiati che donano carattere e personalità.
Photo: Giulia Blasi