Il bisogno di piacere a tutti può trasformarsi in una vera e propria ossessione. Se il desiderio di essere accettati dagli altri risulta tendenzialmente funzionale, quello di ricevere consensi e sentirsi al centro del mondo può diventare deleterio
Cosa genera questa smania di piacere?
Il motivo principale alla base di questo atteggiamento va ricercato, come spesso accade, nel periodo dell’infanzia. Un bambino esposto ad attenzioni continue e non abituato ad affrontare le piccole frustrazioni quotidiane, tenderà a vivere i rifiuti e i conflitti come un fallimento della sua persona e non come occasioni per crescere e imparare. In questo caso il suo obiettivo crescendo sarà quello di conquistare gli altri per ricreare il clima di compiacenza presente in famiglia ed evitare di sentirsi rifiutato.
D’altro canto, anche un bambino poco considerato o criticato duramente dalle figure genitoriali potrebbe sviluppare una bassa autostima sentendosi sempre in difetto. Il suo obiettivo sarà allora quello di ottenere le attenzioni dall’esterno per colmare il vuoto creato nei primi anni di vita relazionale.
Come capire se si è focalizzati troppo a piacere a tutti?
Nonostante sia una lusinga per tutti ricevere complimenti, vi sono alcuni indicatori che permettono di capire se si tratta di una vera e propria ossessione:
- ostentare le proprie qualità o le proprie fortune con lo scopo di ottenere complimenti
- parlare spesso di sé stessi per paura di rimanere tagliati fuori dai discorsi
- compiacere gli altri, non esprimere le proprie idee per timore di essere rifiutati
- manipolare le dinamiche relazionali tra amici o parenti, raccontare bugie per mettere in cattiva luce gli altri, ad esempio
- vivere con un profondo senso di malessere le critiche
- avere ansia da prestazione in molte occasioni sociali
- sentirsi arrabbiati e delusi quando qualcun altro è al centro dell’attenzione
- dare molto peso al giudizio sociale
Quali sono le conseguenze del bisogno di piacere a tutti sulla qualità della propria vita?
Come si potrà facilmente immaginare, questo controllo ossessivo nel gestire le relazioni con lo scopo di piacere a tutti i costi, crea molti disagi interpersonali.
Primo fra tutti è la perdita di spontaneità nei rapporti. Agire e prendere decisioni senza seguire la propria indole porta ad un distacco con se stessi e le relazioni risulteranno finte e costruite. Inoltre, chi si relaziona con persone che hanno il bisogno impellente di piacere può sentirsi in obbligo di elargire complimenti o evitare critiche, anche quando quest’ultime potrebbero essere costruttive, per paura di urtare la sensibilità dell’altro.
Un’ altra conseguenza nelle relazioni sociali può essere rappresentata dalla saturazione: chi desidera piacere sempre e comunque risulta, a lungo andare, noioso e troppo egocentrico. Paradossalmente l’effetto sarà tutto il contrario di ciò che si vuole ottenere, ovvero pur di essere amati, si risulterà insopportabili.
Come fare per non cadere nella trappola di un bisogno che porta a perdere il contatto con il proprio vero Sé?
La cosa principale da fare è riconoscere che questo bisogno è legato a problemi profondi di autostima e relazionali.
Per indagare sulle origini individuali di questo schema di atteggiamenti la strada più indicata è quella di intraprendere una psicoterapia personale. Può essere una buona risorsa anche la psicoterapia di gruppo poiché “obbliga”, in un certo senso, al confronto genuino con altri partecipanti.
“Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso”
(Confucio)
Simona Bianchini
Psicoterapeuta