Romaison, la particolare rassegna che ripercorre la storia dell’alta sartoria romana, prosegue il suo viaggio nel mondo delle eccellenze dell’artigianato della moda e non solo
La giornata del 24 febbraio è stata dedicata alla maison Rocchetti e Rocchetti, che ha aperto le porte al pubblico appassionato rivelando ciò che si cela dietro alla produzione delle parrucche.
Nel podcast pubblicato dalla pagina ufficiale della Romaison, Luigi Rocchetti, ci racconta sin dalle origini la storia della sua famiglia nel mondo delle parrucche per lo spettacolo.
Nata nel 1870, si può dire che la Rocchetti e Rocchetti sia figlia del Teatro dell’Opera di Roma. Qui, il bisnonno di Luigi Rocchetti era responsabile del reparto trucco e parrucco affinando di anno in anno il suo talento per l’estetica dello spettacolo. Grande appassionato del suo lavoro e del teatro, era solito gustarsi le rappresentazioni dal gigantesco lampadario posto al centro della platea, non potendo sedere tra il pubblico.
Con gli anni e con la continua ricerca e il costante perfezionamento, la Rocchetti e Rocchetti riesce ad emergere anche nel mondo del cinema e della moda. “Ben Hur” (1959) di William Wyler e “Il nome della rosa” (1986) di Jean-Jacques Annaud, sono solo alcuni dei film in cui sono presenti le parrucche Rocchetti.
Anche la moda ha potuto apprezzare l’operato del laboratorio romano. Dior e Gucci hanno scelto Rocchetti e Rocchetti per rendere uniche le loro modelle.
Ma come nasce una parrucca Rocchetti?
Tutto nasce da una specifica richiesta, nel caso delle pellicole cinematografiche, del costumista o del parrucchiere. Per un lavoro impeccabile, la prima cosa da fare è prendere le misure del capo dell’attore che dovrà indossarla, in seguito si sceglie il colore adatto. Così inizia la fase di produzione vera e propria: si preparano i capelli, selezionati accuratamente, e le tinte migliori. Una testa in legno, riproduzione esatta della testa dell’attore, fungerà da base per una leggera calottina in tulle cucita a mano. Qui saranno inseriti manualmente i singoli capelli, che verranno poi pettinati o raccolti secondo quanto richiesto.
Luigi Rocchetti sottolinea l’importanza delle persone che mettono la propria sapienza al servizio del laboratorio Rocchetti. Artigiani preziosi che possono e devono rappresentare un esempio per le future generazioni. L’augurio è quello che questo mestiere possa continuare a vivere grazie ai giovani che vogliono approcciarsi al mondo della moda e dello spettacolo. Requisiti fondamentali? Tanta passione e altrettanta dedizione.
Ma gli appuntamenti di Romaison non sono finiti qui, l’universo dei capelli è tema centrale anche nella giornata del 2 marzo, dedicata a Aldo Signoretti.
Mentre mercoledì 3 marzo Alessandra Arezzi Boza, spiega l’importanza degli archivi storici. Un patrimonio inestimabile.