La sinfonia n. 7 di Gustav Mahler per la prima volta eseguita dalla bacchetta di Sir Antonio Pappano, dopo un’attesa lunga (doveva essere diretta a Dresda con la Staatskapelle nel 2020), finalmente, oggi a Roma, eseguita per tre serate il 15, 16 e 17 dicembre insieme all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
La sinfonia n.7 fu composta tra il 1904 e il 1905 ed è articolata in cinque movimenti, Mahler era un direttore d’orchestra tra i più apprezzati della sua epoca, ma le sue composizioni non ebbero lo stesso successo in vita. Lui stesso ne era consapevole “Non avrò riconoscimento durante la vita, finché sarò un uomo tra gli uomini” si può leggere tra le pagine del libro “Gustav Mahler. Il mio tempo verrà. La sua musica raccontata da critici, scrittori e interpreti” Il Saggiatore 2020.
E ancora, in Mahler non si può separare il poeta e il musicista, entrambi gli aspetti camminano a fianco. È filosofo e compositore ed è un “semplice” uomo eppure, con le sue opere, scavalca il proprio tempo.
Sir Antonio Pappano è colui che riesce a dirigere e interpretare le intenzioni di Mahler, trasmettendone l’intensità, la delicatezza, la forza, insieme ad un’orchestra ricca di elementi in cui spiccano le due arpe, il mandolino, i timpani, le percussioni, i numerosi clarinetti piccoli, bassi, trombe e tromboni, fagotti e controfagotto, oltre ai fiati, i corni, gli archi, i campanacci e il basso tuba, tutti insieme uniti in una variegata sinfonia di cinque movimenti.
Si passa dall’Allegro con fuoco del Langsam ai due diversi Nachtmusik (il secondo ed il quarto movimento) intervallati dallo Scherzo per concludersi con il Rondo-Finale: Allegro ordinario.
Un’ora e un quarto di esecuzione tutta d’un fiato, ininterrotta, tranne che tra un movimento e l’altro solo per pochi secondi. Un’esecuzione che ha sfidato la bravura e l’attenzione di tutta l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia e del Maestro. Ricompensati, entrambi, da minuti di applausi calorosi ed esultanti alla fine del concerto.