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L’arte di Paolo Rossi attraverso Pirandello al Teatro Ambra Jovinelli

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Paolo Rossi in "Da questa sera si recita a soggetto! Il metodo Pirandello" al Teatro Ambra Jovinelli©Laila Pozzo
Dal 30 ottobre al 10 novembre il Teatro Ambra Jovinelli accoglie lo spettacolo ideato da Paolo Rossi “Da questa sera si recita a soggetto! Il metodo Pirandello” scritto insieme a Carlo G. Gabardini. Uno show coinvolgente, ispirato alle opere dello scrittore siciliano, in cui il regista abbatte la quarta parete, il confine tra palcoscenico e platea

Paolo Rossi inizia raccontando i numerosi intrecci della sua vita con quelli dell’autore, gli incontri, con le sue opere fin da bambino e la prima rappresentazione della commedia “Pensaci Giacomino” (1916) per arrivare con una traccia sottile di copione e molta improvvisazione a percorrere le opere e la storia dell’autore, rubandone i pensieri, le maschere, i personaggi e l’esistenza per donarla al pubblico.

Uno spettacolo insolito che potrebbe ricordare altre serate e altri attori che hanno calcato le scene dei teatri raccontandosi sul palco come in una serata tra amici.

Caterina Gabanella e Paolo Rossi©FrancescaBoldrin
Paolo Rossi regala di più, regala la poesia, commuove, protegge il suo pubblico e lo arricchisce di storie, ed è così che la “messa in scena di una messa in prova” in tempi difficili in cui la compagnia non ha tempo per provare viene rappresentata sul palco del Teatro Ambra Jovinelli.

Il regista e protagonista trae ispirazione da “La Giara” (1906), “Il berretto a sonagli” (1916), “Così è se vi pare” (1917), tra le molte opere sfiorate per portare ironicamente fuori dall’IN l’Ignoranza Naturale il suo pubblico. Con garbo, musica e balli quelli d’inizio della storia pirandelliana che vengono proposti con i complici in scena (tra cui un cagnolino), un violoncello, una cassa e una chitarra, due sedie, uno specchio e un divanetto rosso.

Alessandro Cassutti, Alex Orciari, Emanuele Dell’Aquila e Paolo Rossi©Laila Pozzo

Niente di più che la disinvoltura di Paolo Rossi nel raccontare le storie, pochi e sobri costumi di scena, racconti, puri, come lui. A tratti commuove, certo le emozioni che riesce a far provare sono tante, forse troppe da assimilare, al punto che l’invito a rimanere a ballare tutti insieme trova, a parte pochissime eccezioni, ma sempre vincolate dal selfie sul palco, ostacoli emotivi, il pubblico anche sotto invito, timido, rimane in piedi desideroso ma impossibilitato a lasciarsi andare senza un social media che faccia da filtro.