L’Orto Botanico di Roma si estende su una superficie di 120.000 mq, attiguo a Palazzo Corsini era, nel 1600, la residenza di Cristina di Svezia. La “regina di Roma” affiancata dai suoi fedeli alchimisti è in questo luogo che si narra cercava di trasformare il metallo in oro
L’Orto Botanico è dotato di una magia particolare, nato come “Giardino de’ semplici” era ricco di piante officinali e medicinali sotto la cura del papato.
Durante il percorso, la guida ci ha mostrato alcune delle diverse specie: la Palma nana (Chamaerops humilis L., 1753) che si trova spontaneamente in Italia, con un’ampia distribuzione anche nelle Isole ponziane. Tra le palme presenti usate per le alberature stradali abbiamo ammirato la Palma delle Canarie (Phoenix canariensis Chabaud).
Visto l’interesse biologico, tutte le palme del giardino, sono sottoposte ad un trattamento chimico molto potente per tutelarle all’attacco del punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus Olivier, 1790). Normalmente in natura sarebbe possibile attuare la lotta biologica che prevede di introdurre il naturale predatore dell’insetto, ma non è possibile replicarla all’interno dell’Orto botanico perché sarebbe introdotta una specie aliena che potrebbe prendere il sopravvento e intaccare il naturale ciclo biologico.
La collezione di palme è storica e risale al 1883. Per combattere il piccolo colettero quindi, è stata scelta la via meno decorosa ma efficace, quella “chimica” per prevenirne l’attacco.
All’interno dell’Orto Botanico sono conservate anche le specie inserite nella lista rossa, il catalogo mondiale di specie vegetali e animali minacciate di estinzione, con una scala di sette livelli di vulnerabilità.
Da ammirare anche la collezione del roseto realizzata con la finalità di poter dare la possibilità al visitatore di ammirare le fioriture in ogni stadio, ed è per questo che sono disposte con una struttura ad anfiteatro. Partendo dalle rose spontanee (a 5 petali) fino a quelle moderne, o artificiali con il numero di petali maggiore. La parte floreale e fertile degli stami è sterile come per i ciliegi che producono drupe molto piccole e non si possono mangiare. La fioritura spontanea dei ciliegi è tra marzo ad aprile mentre per le specie sterili è spostata di due – tre settimane avanti. L’Hanami è la tradizione giapponese di ammirare la fioritura dei ciliegi, tracciata con un calendario e ricca di previsioni dettagliate, come quelle meteorologiche, nei diversi parchi in Giappone.
Tra gli altri interessanti esemplari presenti nell’Orto Botanico di Roma troviamo un albero di Noce Pecan (Carya illinoensis) le cui noci sono molto pregiate soprattutto in cucina. Si tratta di un esemplare di circa 300 anni, introdotto nel giardino all’epoca della famiglia Corsini che impreziosisce moltissimo la collezione storica.
Infine troviamo il boschetto di bambù. Addentrandosi all’interno si ha la percezione di essere in un altro luogo, siamo stati fortunati perché abbiamo visto la fioritura che si verifica circa ogni 120 anni.
Da sottolineare che la fioritura avviene in contemporanea in ogni luogo del mondo, i bambù sono tutti sincronizzati geneticamente.
Nel tronco dei bambù sono visibili i nodi ed i rizomi che servono alla pianta per fare la fotosintesi e per la riproduzione vegetativa, soluzione alternativa alla riproduzione sessuata che avviene ogni 120 anni.
Questi sono solo alcuni esempi della preziosa collezione da ammirare delle oltre 3.000 specie presenti nell’Orto Botanico in ogni stagione dell’anno.
Per una giornata diversa anche da passare nell’estate romana l’orario dell’Orto Botanico che è aperto tutti i giorni, inclusa la domenica è fino ad Ottobre dalle ore 9 alle ore 18.30.
Foto: Federica Cassoni