Home Cinema “Oh Canada”. I tradimenti di Leonard Fife: la verità di Richard Gere

“Oh Canada”. I tradimenti di Leonard Fife: la verità di Richard Gere

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“Oh, Canada” di Paul Schrader sarà nelle sale italiane dal 16 gennaio. Tratto da “I tradimenti” di Russell Banks – Edito in Italia da Einaudi Stile Libero è distribuito da Be Water Film in collaborazione con Medusa Film. Nel cast a fianco di Richard Gere, Uma Thurman, Michael Imperioli e Jacob Elordi.

Il leggendario Paul Schrader regista noto per la sua capacità di esplorare i temi del rimorso, della solitudine e delle scelte morali, torna a dirigere in “Oh, Canada” Richard Gere dopo oltre trent’anni da “American Gigolò”, 1980. Con questo film, Schrader adatta il romanzo  “I tradimenti” di Russell Banks, un’opera semi-autobiografica che esplora la vita di un uomo che cerca la redenzione alla fine dei suoi giorni. Con la sua consueta introspezione e la presenza di un cast stellare, Schrader ci regala un potente ritratto di Leonard Fife, un documentarista che ha costruito la sua carriera su menzogne e miti, e ora, all’alba della morte, cerca di fare i conti con il suo passato.

Richard Gere
Leonard Fife è un uomo malato, prossimo alla fine, che si trova a Montreal per una serie di interviste finali con i suoi ex studenti. La sua vita è stata segnata dalla fuga in Canada durante la guerra del Vietnam, una diserzione che lo ha messo al centro di un’intricata rete di scelte politiche e morali, ma anche personali.
Jacob Elordi

Le sue azioni passate, tra cui le sue relazioni e il suo matrimonio fallito, sono venute a galla nel corso dell’intervista, tenuta sotto l’occhio vigile della sua attuale moglie, Emma (Uma Thurman).

Uma Thurman
La confessione di Leonard è l’ultimo gesto egoista della sua vita, rivela i suoi comportamenti discutibili e i tradimenti verso le due mogli precedenti e verso la sua patria.

Le pause durante la registrazione dell’intervista video sono volute da Emma sua ultima moglie che si ostina ad amarlo e ad esser protettiva anche dopo le rivelazioni a cui lei non crede, pensa che siano i farmaci a farlo farneticare. È calma in modo inquietante quando i racconti prendono vita e per gli spettatori diventano immagini in bianco e nero per rappresentare il passato e a colori per il presente. Conferendo così al film una dimensione visiva profonda, simbolizzando la distanza tra il giovane Leonard e l’uomo che è diventato.

Ma è davvero cambiato oppure coglie l’ultima scappatoia in linea con il personaggio giovanile con la finitezza della vita?

Richard Gere, nel ruolo del documentarista Leonard Fife, offre una performance intensa, capace di cogliere la complessità del personaggio: un uomo che, ormai prossimo alla morte, non può più sfuggire alle verità che ha nascosto per tutta la vita. Il giovane Leonard Fife è invece interpretato da Jacob Elordi, che rievoca la sua giovinezza turbolenta negli anni ’60, un periodo di forte fermento sociale e politico.

Jacob Elordi
L’intervista, filmata con una macchina da presa particolare, l’Interrotron (un omaggio al documentarista Errol Morris), aggiunge un ulteriore strato di realismo e intensità al film.

La regia di Schrader, quindi, è tutto fuorché lineare. La sua abilità nel mescolare la narrazione con flashback, ricordi e l’uso sapiente della voce fuori campo, tipica dei suoi lavori precedenti (pensiamo alla scrittura di Taxi Driver), crea un ritmo di racconto che non dà mai certezze, costringendo lo spettatore a confrontarsi con le contraddizioni del protagonista.

Paul Schrader e Richard Gere sul set di “Oh, Canada”

La colonna sonora di “Oh, Canada” è curata da Matthew Houck del gruppo Phosphorescence, le cui canzoni aggiungono un ulteriore strato emotivo alla narrazione. La musica gioca un ruolo fondamentale nel sottolineare i temi di solitudine, rimorso e speranza.

Con “Oh, Canada” in un’epoca in cui il passato politico e personale torna a riecheggiare nel presente, Schrader crea un’opera profonda, ricca di riflessioni e di spunti, con una regia raffinata e un cast straordinario. Un film complesso, che sfida e stimola lo spettatore a riflettere sulle proprie scelte, morali e personali.