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“Non siamo che alberi” un saggio di Filippo Ferrantini, edizioni Effequ

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In questo saggio l’autore fa uno studio approfondito tra le diverse specie di alberi associando alcune caratteristiche agli esseri umani.

Dentro ognuno di noi c’è un una tipologia di albero ben distinta e dominante, come dichiara Ferrantini nel libro “non c’è una volontà di rendere le specie antropomorfe, ma bensì la volontà di osservare undici tipi di piante nei loro aspetti più curiosi e più umani, guardandoci con occhi diversi: pieni di fronde, rami, radici”.

Il saggio è correlato di note esplicative, utilissime ma che rendono il testo meno scorrevole, non più di facile lettura. Il vantaggio è quello di trovarsi davanti un testo da consultare avendo la libertà di muoversi tra una pagina e l’altra senza seguire per forza un ordine.

Ed è così che ci possiamo riconoscere in un dolce e delicato Tiglio dalle fattezze femminee e materne. Oppure in un Robinia bella, utile, generosa, che tutto dà e nulla domanda. Chi l’apostrofa albero di paradiso con quel suo sorriso lezioso.

Il Pino, un gigante forte, ma non un tipo affabile che con gli aghi puntuti tiene  a bada il sottobosco più molesto.

L’Olmo, il più bello di tutti, con il tronco massiccio e potente. Un tempo albero dei sogni, poi della giustizia, poi dei matrimoni.

Ma se non vi riconoscete in questi ci sono ancora il Frassino, il Pioppo, la Farnia, il Leccio, il Salice e la Macchia che non garba alla gente con quell’intrico di pruni e spagliolìo di aghi, quel lezzo acuto di foglie marcite o greve di polvere e sale, ci agita e ci inquieta.

Ogni albero ha la sua personalità e la sua intima storia, da scoprire tra le pagine di questo saggio, una ricerca tra il passato e il presente degli alberi nostrani.

“Non siamo che alberi” 2017, Filippo Ferrantini, Edizioni Effequ.

Le fotografie con uno stile un po’ anni settanta di Elisa Bresciani corredano il libro.

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