Nel panorama cinematografico dei film d’azione, Nella tana dei lupi è stato un titolo che ha catturato l’attenzione con la sua adrenalina, umorismo e dinamiche tra criminali e forze dell’ordine. Con il sequel, Nella tana dei lupi 2. Pantera, dal 6 marzo al cinema distribuito da Lucky Red, il regista Christian Gudegast non solo raccoglie il testimone del successo precedente, ma alza la posta in gioco, immergendo il pubblico in una storia che mescola vendetta, alleanza inaspettata e un furto epico
A riportare in scena i protagonisti del primo capitolo ci pensano Gerard Butler nel ruolo del poliziotto “Big Nick” O’Brien e O’Shea Jackson Jr. nei panni del furfante Donnie Wilson. Ma, questa volta, la loro alleanza, seppur temporanea, riserverà più sorprese di quanto i fan possano immaginare.
L’intreccio narrativo inizia con un Big Nick che cerca vendetta dopo l’umiliazione subita nella rapina alla Federal Reserve di Los Angeles, episodio che ha segnato il finale del primo film. La sua carriera nella polizia è in rovina e la sua vita privata è altrettanto disastrosa, ma la sua sete di giustizia lo spinge a collaborare con l’uomo che, in un primo momento, vedeva come il suo peggior nemico: Donnie. In questo sequel, il crimine diventa più internazionale, con un furto che mette a rischio non solo i destini dei protagonisti, ma anche l’intero mondo della malavita internazionale.
La dinamica tra i due protagonisti è ciò che regge l’intero impianto narrativo di Nella tana dei lupi 2. Gudegast ha dichiarato che questa nuova storia rappresenta una sorta di “buddy movie al contrario”, in cui i due si trovano dalla parte sbagliata della legge, ma allearsi diventa l’unica via per portare a termine il colpo.
In questo senso, il film esplora un terreno complesso: Big Nick e Donnie non sono né totalmente buoni né completamente cattivi. Piuttosto, oscillano costantemente tra la moralità e l’immoralità, tra la lealtà e il tradimento.
Anche la tensione tra i due protagonisti si intensifica grazie a un cast internazionale che, oltre a Butler e Jackson Jr., include nomi come Salvatore Esposito e Fortunato Cerlino, che contribuiscono a dare spessore a una serie di comprimari che rendono la storia ancora più avvincente. Ogni personaggio ha un ruolo ben definito, ed è parte integrante di quella complessità che Gudegast cerca di trasmettere.
Non mancano le sequenze d’azione spettacolari, che rimangono il cuore pulsante del film. L’inseguimento tra le tortuose strade del Mediterraneo e la tensione all’interno di uno dei caveau più sicuri del mondo sono esempi di come il regista sappia come tenere alta l’adrenalina.
Il film non esita a spingere sul pedale dell’azione, ma riesce anche a bilanciare questi momenti con scene più intime e cariche di emozione, grazie alla scrittura acuta e ai dialoghi taglienti. Le sequenze di furto, poi, sono sapientemente coreografate e mantengono alta la tensione, mescolando l’ingegno di Donnie con l’impulsività di Nick.
Inoltre, la scelta di dare spazio alla tematica dei diamanti e del crimine internazionale, seppur già esplorata in altre produzioni, riesce a mantenere freschezza e innovazione, soprattutto grazie all’introduzione della figura di Octopus (interpretato da Adriano Chiaramida), un mafioso con un piano ben preciso, che si rivelerà cruciale nell’evolversi della trama.
Infine, un elemento che non può passare inosservato è la straordinaria sequenza dell’inseguimento con le Porsche Taycan elettriche, una novità assoluta nel panorama cinematografico. L’idea di inserire veicoli elettrici ad alte prestazioni non solo segna un passo verso il futuro, ma contribuisce a dare una marcia in più all’adrenalina pura che il film è in grado di scatenare. Le auto diventano protagoniste tanto quanto i personaggi stessi, amplificando la sensazione di velocità e pericolo.
Nella tana dei lupi 2: Pantera è stato girato a Tenerife, la più grande delle isole Canarie (Spagna), al largo dell’Africa occidentale. Per soddisfare la logistica della produzione, Tenerife ha sostituito in maniera impeccabile il sud della Francia.
Secondo Gudegast, il production designer Sébastien Inizan è riuscito davvero a rendere bene i paesaggi del film, avendo trascorso molto tempo nei principali distretti diamantiferi del mondo e avendo scattato migliaia di fotografie. “Le scenografie erano incredibili”, esclama il produttore esecutivo Philip Waley. “Sébastien è stato impeccabile nel riprodurre in ogni dettaglio il Diamond District: i particolari, le auto, i cartelli stradali, le vetrine, tutto”. Questa attenzione per i dettagli non ha sempre reso la vita facile agli attori.
Ad esempio, durante la sequenza del furto alla Hatton Bourse, Nick e Donnie si nascondono con altri quattro ladri in una piccolissima tromba d’ascensore, schiacciati tra il muro e la cabina. Non c’erano né aria condizionata né ventilatori perché avrebbero fatto rumore. E la temperatura, che era già elevata, è aumentata ulteriormente visto che c’erano sei uomini in piedi, spalla a spalla, in uno spazio così ristretto.
“A un certo punto abbiamo girato all’interno di questi piccoli spazi soffocanti con l’intera troupe”, ricorda Butler. “Avevamo addosso tute nere in neoprene con maschere nere spesse che sporgono a mezzo centimetro dal viso. Appena le indossi ti senti soffocare. Non c’è ossigeno, non c’è aria e fa un caldo tremendo. Sei attori, tutti vestiti di nero, in uno spazio così angusto, sudati fradici. Era un tale forno che avevamo tutti il terrore di avere un colpo di calore”. Ma fortunatamente questo supplizio è durato poco, come testimonia Butler. “Poi è arrivato Christian e ha girato più in fretta possibile, praticamente in stile guerriglia”.
Anche per la costumista Cristina Sopeña, la location dell’isola ha rappresentato una sfida in termini di guardaroba e accessori. “Le donne nel mondo dei diamanti sono tutte ex modelle e sono molto chic e glamour”, osserva Gudegast. “Poi ci sono gli ebrei chassidici del World Diamond Center, i criminali dei Balcani e gli americani Nick e Donnie in Europa. Poi c’erano tutte le diverse forze dell’ordine. E avevamo una tonnellata di comparse. È stato un lavoro enorme vestirli tutti”.
Una delle più grandi scene non d’azione del film è stata girata in un nightclub di Tenerife, con 500 comparse. “Pensavo che Cristina avrebbe detto alle comparse di presentarsi vestite come se stessero andando a una festa, con i loro abiti”, dice Siegel. “Invece no. Sono le quattro del mattino e Cristina ha migliaia di costumi e accessori per rendere la scena al meglio. Sembrava davvero di essere in un nightclub alla moda in Francia”.
Dice Butler: “Nella tana dei lupi 2: Pantera ha davvero tutto – dramma, brividi, azione, commedia. È anche un film molto arguto e si addentra davvero nei meccanismi di questo incredibile mondo di furti ad alto rischio”.
“Spero che il pubblico trovi il film autentico ed emozionante”, conclude Gudegast. “Voglio che sentano la tensione e il carico fisico ed emotivo che questo tipo di colpo richiede ai personaggi. Voglio che si sentano proprio lì, nel Centro dei Diamanti, voglio che percepiscano il respiro, la stanchezza, il sudore e il silenzio – voglio portarli a vivere le cose da dentro, come fosse un’esperienza da insider”.