Con le squadre pronte a scendere in campo, poco prima dell’inizio della partita, un’aquila si libra sul prato del Gelredome Stadium, che è addirittura più famoso per i concerti che per il calcio, fa qualche giro e si posa planando sul prato.
Ohibò, ma avessimo sbagliato. Forse la Lazio gioca in casa e non in trasferta, contrariamente al calendario.
A riportarci sulla retta via sono i pennacchi in coda all’uccello, giallo-neri e non bianco-celesti. E sì, perché il nome della città olandese, Arnhem, significa paese delle aquile, Vitesse e Lazio sono accomunati dallo stesso simbolo, e prima delle partite nei rispettivi stadi si celebra lo stesso rito propiziatorio.
Il volo dell’aquila. Entrambe le squadre affidano le proprie fortune a questo rito un po’ scaramantico, questa sera chi ne ha beneficiato di più è stata la Lazio, che è riuscita ad imporsi con il risultato di 2-3, al termine di una partita per niente facile.
La Lazio scende in campo con ben sei giocatori nuovi rispetto alla partita di domenica contro il Milan.
Un’occasione, per chi non ha molte possibilità di mettersi in mostra in campionato, di far vedere le proprie qualità al mister Inzaghi. Fin dall’inizio la squadra si dimostra pimpante e determinata, ma la partita va avanti in un sostanziale equilibrio.
Al 7′ Caicedo anticipa un difensore e il portiere avversario e, da posizione molto angolata, conclude a lato sul primo palo. Le due squadre si alternano nelle conclusioni, che avvengono soprattutto di testa su incursioni dalle fasce. Al 32′ viene ammonito Luiz Felipe per la Lazio, il quale un minuto dopo, temendo un altro fallo dove avrebbe rischiato l’espulsione, non chiude come dovrebbe un’incursione sulla destra operata da Rashica, che crossa al centro una palla sulla quale si avventa Matavz che appoggia in rete, con qualche responsabilità da parte della nostra difesa. 1-0 per il Vitesse.
La Lazio reagisce con veemenza costringendo gli avversari nella loro trequarti fino alla fine del primo tempo.
Inizia il secondo tempo con Immobile che subentra a Luiz Felipe, sostituzione con la quale Inzaghi cambia tatticamente la squadra, disponendola con un 4-3-1-2.
La Lazio prende il possesso del campo, concludendo prima con Luis Alberto, poi con Bastos e poco dopo con Murgia. Pareggiando con Parolo al 51′, dopo una serie di rinvii sconclusionati della difesa avversaria, che insacca un sinistro al volo alla sinistra del portiere.
Si potrebbe pensare ad un ribaltamento del risultato, vista la Lazio adesso, ma il Vitesse non si scompone. Dopo un paio di azioni pericolose, torna in vantaggio con Linssen al 56′, che gira in rete un altro cross del solito Rashica dalla sinistra, dopo un affondo e dribbling su Lukaku, quest’ultimo in difficoltà nella posizione di terzino basso.
Dopo 5 minuti Inzaghi sostituisce Di Gennaro (tutto sommato un esordio positivo il suo) con Milinković , ma è il Vitesse a rendersi ancora pericoloso al 63′ con Matavž che tira da 20 metri, costringendo Strakosha ad un difficile intervento.
Ultimo cambio della Lazio, al 65′ entra Lulić al posto di Lukaku e al 67′ . La Lazio pareggia sugli sviluppi di una bellissima azione iniziata da Luis Alberto, con Milinković che serve Caicedo il quale libera, con un pregevolissimo colpo di tacco. Immobile, che segna da pochi metri. 2-2. La Lazio è di nuovo in avanti con fraseggi di prima o al massimo due tocchi, e al 75′ si porta in vantaggio con un passaggio di Immobile in profondità sul quale si avventa Murgia che insacca dopo un errore di van der Werff.
2-3.
Il Vitesse non molla e ci prova fino alla fine, ma la Lazio controlla bene e la partita finisce dopo 3 minuti di recupero.
Era importante iniziare bene l’avventura in Europa League. La Lazio lo ha fatto dimostrando nell’occasione un grande carattere che le ha permesso di rimontare per due volte e poi ribaltare il risultato, con una squadra molto rimaneggiata, ma che dovrà fare di necessità virtù per i prossimi impegni ravvicinati.
Valter Laurenti