Protagonista dell’ultimo libro di Ian McEwan è un feto nell’utero della madre.
L’intero racconto, un thriller, è narrato dal punto di vista del piccolo: le sue sensazioni, i suoi pensieri e le sue emozioni.
Il feto racchiuso nella sua placenta “come un’antenna radio a struttura ramificata e molto sensibile” sogna la madre (Trudy) bionda, occhi azzurri, un nasino piccolo, ma è solo il riflesso di quello che puo’ sentire dai commenti degli altri. Immagina il padre (John Cairncross) editore e poeta dalle parole della madre, facendosi però un’idea sua personale e obiettiva. Si trova, suo malgrado, al centro di un triangolo amoroso con l’amante, il nuovo compagno di lei e fratello del marito: lo Zio Claude.
Vive una situazione amletica, shakespeariana, decidere se nascere o no, se venire la mondo o no, e se sì come sarà la sua famiglia? Come sono i suoi futuri genitori? I suoi pensieri da immaturo si sovrappongono all’estrema lucidità analitica. La sua situazione per lui è chiarissima. Invece di essere ancora più piccolo di un bambino è in realtà più maturo di tutti gli altri. Con le sue riflessioni porta il lettore a pensare “ma se quando nasciamo perdessimo tutta la saggezza?”
Il feto si trova, suo malgrado, al centro di una storia di omicidio, ne è protagonista, spettatore e complice.
L’idea di questo romanzo di Ian McEwan è geniale, molti spunti sono interessanti, il punto di vista del feto incuriosisce, i suoi pensieri potrebbero essere stati i nostri, le sue sensazioni le abbiamo avute in comune. Il rapporto sessuale tra l’amante e la madre viene vissuto invasivo e molesto, gli odori, il movimento e i pensieri s’insinuano nel feto, in una realtà a cui non puo’ sottrarsi.
“Senz’altro il mio personaggio è il più giovane che abbia mai scritto, il feto origlia le migliori conversazioni dei genitori ed ha un punto di vista interessante del sesso” dichiara Ian McEwan.
Il romanzo a tratti risulta un po’ lento, i due protagonisti (tre con il feto) girano intorno all’omicidio in maniera impacciata, il degrado della loro vita è espresso chiaro e nitido da McEwan. Se ne percepisce il fastidio e si desidera con il feto la sua nascita per migliorare, forse, la sua condizione di prigionia.
Ian McEwan, scrittore e sceneggiatore inglese, ha avuto successo con il libro”L’amore Fatale” nel 1997 edito da Einaudi come tutti i suoi libri. Nel 2016 “Nel guscio” è stato presentato in Italia al Festival delle Letterature di Roma, ed è già un successo.
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