“Napoleon” il capolavoro di Ridley Scott con il con il Premio Oscar® Joaquin Phoenix nel ruolo dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte e Vanessa Kirby che interpreta Giuseppina di Beauharnais, prima moglie di Bonaparte, sarà dal 23 novembre solo al cinema distribuito da Eagle Pictures
Non avrei mai pensato di poter vedere nella mia vita Napoleone in carne ed ossa, anche se su un grande schermo, ma Joaquin Phoenix lo ha reso reale. Lui è nel magnifico film di Ridley Scott l’Imperatore, condottiero, genio Napoleone Bonaparte e, al suo fianco, rispettando le aspettative, Giuseppina Bonaparte unica compagna e musa ispiratrice dell’uomo, colei che custodisce le sue debolezze per renderlo poi eroe e conquistatore.
Dopo l’interpretazione di Joker con cui Joaquin Phoenix ha vinto nel 2020 l’Oscar nella categoria “Miglior attore” non poteva essere che lui l’unico interprete di un personaggio storico così importante. Phoenix aveva già lavorato con Ridley Scott ne “Il Gladiatore”, 2000 nel ruolo di Commodo. In Napoleon ne prende anche le sembianze fisiche, non solo si cala nel personaggio e diventa il personaggio, ma somiglia a lui anche nei tratti somatici. Ed è così che Napoleone Bonaparte lo stratega, le cui campagne militari hanno influenzato le generazioni che seguirono e i suoi successi ed insuccessi in battaglia lo hanno fatto entrare nei libri di storia prende vita, secoli dopo, davanti ai nostri occhi.
Ed è talmente vero ed umano da risultare grandioso, in Napoleon è un eroe moderno, che cade e si rialza, non si arrende, escogita nuove strategie per raggiungere i suoi obiettivi e far risalire il potere della Francia. “Ho trovato la corona di Francia nel fango, l’ho raccolta, e adesso la pongo sulla mia testa”. Lui, l’Imperatore, che si è auto-incoronato il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi.
“Seguo le orme di Alessandro il Grande e di Cesare, io sono destinato alla grandezza”.
Lui, Napoleon, condottiero fiero, capito intimamente solo dalla sua Giuseppina da cui si dovrà separare come in una tragedia shakespeariana. Lei gli darà la forza, insieme cadranno e si risolleveranno, uniti dalle debolezze umane, più forti di prima.
La regia di Ridley Scott è imponente come sempre, curata in ogni minimo dettaglio, numerosissimi soldati con le loro divise, le baionette, i fucili, i combattimenti a piedi e a cavallo, la fanteria, tutti certi di una morte sicura eppure uniti al seguito di Napoleon.
300 comparse, 100 cavalli e 11 telecamere in campo per la battaglia ricreata esattamente come se fosse reale. L’epico film d’azione di Ridley Scott ricrea le famose battaglie di Napoleone – Tolone, Austerlitz, Waterloo e altre. Ed è proprio la riproduzione perfetta del regista a far sentire lo spettatore partecipe delle tante battaglie di Napoleone una dietro l’altra, senza sosta, intervallate solo dall’amore per la sua Giuseppina. Napoleon generale e uomo indifeso davanti alla moglie a cui annuisce ammettendo di non essere nulla senza di lei, nata in Martinica e non che non fa parte dell’aristocrazia francese, vedova con due figli e più grande di lui. “Era un’outsider, proprio come lui” dichiara Vanessa Kirby. E poi il dualismo con l’essere imperatore che ha fatto grandi cose per il suo popolo ma anche un dittatore sanguinario. “Napoleon” è di sicuro uno dei migliori, se non il migliore, film di Ridley Scott.
La colonna sonora è stata affidata al compositore britannico Martin Phipps che ha colto esattamente i tratti caratteriali del generale e Imperatore. “Volevamo inserire questo nella musica: questo senso di essere un outsider”, afferma Phipps.
“Un modo è stato, attraverso una delle mie parti preferite della partitura, aggiungere cantanti corsi, specialisti che non fanno altro che cantare musica corsa, che non è molto conosciuta al di fuori della Corsica. Abbiamo anche utilizzato temi eseguiti su strumenti leggermente più grezzi, musica classica o orchestrale non troppo raffinata – musica con un tocco leggermente più ruvido”.
Uno di quegli strumenti più rozzi era un pianoforte appartenuto allo stesso Napoleone, prestato da un museo di Londra; ad esso si uniscono strumenti popolari, tra cui la fisarmonica, i primi strumenti a corda e persino la ghironda.
Giuseppina amante della botanica (a lei si devono le rose tramandate a noi), morì nella residenza del castello di Malmaison anni dopo il divorzio da Napoleone. Mentre lui morirà solo nell’isola di Sant’Elena il luogo più lontano da tutti dove non poteva mettere in pratica le sue doti da stratega pronunciando il nome di lei come ultima parola.