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Il ritorno di Myung-Whun Chung a Roma: un doppio appuntamento con Brahms e Beethoven

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Roma, Auditorium Parco della Musica 08 01 2025 Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia direttore Myung-Whun Chung violino Sergey Khachatryan Brahms Concerto per violino Beethoven Sinfonia n. 7 © Musacchio & Pasqualini / MUSA
Il celebre direttore d’orchestra Myung-Whun Chung a Roma per un atteso ciclo di concerti all’Auditorium Parco della Musica il 9, 11 e 12 gennaio 2025, a dirigere l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in un programma che unisce due giganti della musica romantica e classica: il Concerto per violino di Brahms e la Sinfonia n. 7 di Beethoven. L’appuntamento, che segna il ritorno del Maestro nella capitale, ha visto anche la partecipazione del violinista armeno Sergey Khachatryan, solista d’eccezione, chiamato a interpretare il concerto di Brahms

Con il suo impegno appassionato e la sua grande esperienza, Chung ha offerto un’interpretazione matura e coinvolgente di queste due pietre miliari del repertorio, portando il pubblico in un viaggio musicale indimenticabile nelle tre date romane e in tournée sempre con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e Sergey Khachatryan all’Auditorium Giovanni Agnelli di Torino il 10 gennaio.

Le prove del Concerto

ll Concerto per violino in re maggiore op. 77 di Johannes Brahms è una delle opere più celebri e amate del repertorio violinistico. Ad eseguirlo con la sua immensa modestia l’armeno Sergey Khachatryan prima con lo sguardo prima assorto e poi rivolto verso il direttore Myung- Whun Chung esegue i tre movimenti (Allegro non troppo, Adagio, Allegro giocoso, ma non troppo vivace) con passione. Il Maestro nella prima parte del concerto lascia tutto il palco al violinista.
Il sudore cola sulla fronte, alcune corde si rompono, l’impeto prende il sopravvento nell’importante esecuzione in cui Sergey padroneggia. I volti dell’Orchestra partecipano con intensità unica tutti riuniti in un ensemble.

Sergey Khachatryan

Il violino è una parte del corpo di Khachatryan quando lo lascia sospeso solo reggendosi con il mento come se entrambi fossero un unico strumento sonoro.
La Sala Santa Cecilia irrorata di pubblico eppure nessun rumore a parte il concerto, il silenzio dell’ampia platea e della galleria concentrati nell’esecuzione. Scambi di sguardi intensi e veloci rimbalzano tra il direttore e il violinista. Si percepisce la gioia dell’Orchestra nell’essere diretti da Myung- Whun Chung sguardi, sorrisi, intese sono così evidenti che coinvolgono il pubblico.

Sergey Khachatryan
Brahms quando si avvicinò a questa composizione con molta attenzione, poiché desiderava che fosse una vera e propria “opera per violino” piuttosto che un concerto in cui il violino fosse relegato a un ruolo di virtuosismo fine a sé stesso. Il legame con il violinista Joseph Joachim fu fondamentale in questo intento. Joachim “corresse” il Concerto e ne fu il primo esecutore il 1° gennaio 1879 a Lipsia con Brahms sul podio.

Il primo movimento è imponente e maestoso, caratterizzato da un ampio tema esposto dall’orchestra, al quale il violino risponde con un ampio e lirico contrappunto dopo più di quattro minuti. L’attesa crea la perfetta aspettativa nel pubblico in un crescendo, durante l’esecuzione, di coinvolgimento emotivo che trova l’acume nel secondo movimento che è una sorta di meditazione musicale. Ricca di pathos, con il violino che offre una lunga e languida linea melodica, mentre l’orchestra, ridotta a un accompagnamento discreto, ne enfatizza il carattere introspettivo. Questo movimento è considerato uno dei più belli e commoventi del repertorio violinistico.

Il concerto si conclude con un movimento finale brillante e spensierato, che riprende l’idea di una chiassosa danza zigana.

Sergey Khachatryan
Nella seconda parte del concerto con La Sinfonia n. 7 in la maggiore, op. 92 di Ludwig van Beethoven il direttore Myung-Whun Chung conquista nuovamente il pubblico mostrando l’intesa con l’Orchestra da cui scaturisce forza, movimento e una straordinaria vitalità, rendendola una delle sue sinfonie più apprezzate.
Roma, Auditorium Parco della Musica 08 01 2025
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Myung-Whun Chung
violino Sergey Khachatryan
Brahms Concerto per violino
Beethoven Sinfonia n. 7
© Musacchio & Pasqualini / MUSA

La Settima Sinfonia fu scritta mentre Beethoven stava affrontando una crescente perdita dell’udito, ma anche durante un periodo di grande sviluppo creativo. È una delle sue composizioni più celebri e cariche di energia, ed è spesso descritta come “la sinfonia della danza” per il suo ritmo incalzante e il suo carattere vitalistico. Composta nel 1811-1812, durante un periodo di intensi cambiamenti nella vita di Beethoven, la Settima Sinfonia è un’opera che La sua composizione segna un momento di transizione nell’opera di Beethoven, che inizia a spingersi oltre le convenzioni classiche della musica sinfonica, creando opere sempre più audaci.

La sinfonia fu eseguita per la prima volta il 8 dicembre 1813 a Vienna, in un concerto di beneficenza a favore dei soldati feriti durante le guerre napoleoniche, dove fu accolta con entusiasmo dal pubblico.

Sono quattro movimenti della sinfonia, il primo movimento Poco sostenuto. Vivace  si apre con un’introduzione misteriosa e quasi solenne, che prepara il terreno per l’esplosione di energia del tema principale. Noto per il suo impeto ritmico, domina l’intera partitura. L’ Allegretto del secondo movimento, forse il più famoso e riconoscibile della sinfonia, è un pezzo più lirico e meditativo, ma comunque pervasto da un forte ritmo. La sua melodia semplice e solenne è eseguita inizialmente dagli archi e poi sviluppata attraverso l’orchestra intera. Segue il Presto che è un vero e proprio tripudio di energia. Velocissimo, ricco di accelerazioni e frenate ritmiche. Per concludersi con il finale dell’Allegro con brio che conclude l’opera con una sensazione di completamento e potenza.

Roma, Auditorium Parco della Musica 08 01 2025
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Myung-Whun Chung
violino Sergey Khachatryan
Brahms Concerto per violino
Beethoven Sinfonia n. 7
© Musacchio & Pasqualini / MUSA

Entrambe le opere scelte per il primo concerto della Stagione Sinfonica trasmettono una forte emozione e energia, ma lo fanno attraverso modalità diverse. Beethoven lo fa tramite una continuità di movimento ritmico e una vitalità travolgente, mentre Brahms, pur mantenendo una grande energia, lo fa con una tessitura più intima e profonda, soprattutto nelle sue melodie.

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