“Messiah” il capolavoro di Händel diretto da John Nelson a Santa Cecilia

Mercoledì 20 dicembre ore 19.30 (con repliche giovedì 21 alle 19.30 e venerdì 22 dicembre alle 20.30) all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone il Maestro statunitense John Nelson dirige dopo ventinove anni di assenza l’Orchestra ed il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ne il “Messiah” di Georg Friedrich Händel

Il “Messiah” fu presentato al Theatre Royal di Covent Garden di Londra il 23 marzo del 1743, l’attesissimo oratorio in inglese infrange così la tradizione “drammatica” religiosa luterana, fu un evento di rilevanza sociale anche se aveva già debuttato a Dublino il 13 aprile del 1742. Il “Messiah” con le sue arie ha un tono molto più teatrale rispetto ai testi classici grazie al libretto scritto da Charles Jennens. Debuttò quindi in un’Irlanda cattolica per poi essere presentato all’alta società londinese un anno dopo, fu un successo anche se non eclatante a causa della poca affermazione del genere oratorio contrapposto ad una tradizionale rigidità fedele ai testi sacri.

La selezione proposta dal Maestro John Nelson nella prima parte dell’oratorio dopo l’ Overture prepara all’arrivo del Messia e subentra subito il tenore Krystian Adam.

Alternandosi con il coro superlativo e dominante nel passaggio “Ed Egli purificherà i figli del popolo in modo da offrire a Dio le proprie virtù”. Meraviglioso e perfetto lascia spazio, dopo la Sinfonia Pastorale, al soprano Sara Blanch che in piedi in fluente abito rosa cipria annuncia nel recitativo la nascita di Cristo il Signore.

Si conclude in un alternato duetto con il mezzosoprano Sasha Cooke in un abito anch’esso color cipria ma ricco di ricami argentei.

Nella seconda parte de “Messiah” l’attacco è direttamente del Coro “Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” il tema è la Redenzione e nell’aria “Egli fu disprezzato dagli uomini” Händel esalta il dolore di Cristo quando fu disprezzato e gli strapparono i capelli  ricoprendolo di sputi.

Il Coro allora subentra alla fine dell’aria del soprano abbracciandolo immaginariamente “Ha preso su di lui le nostre pene e portato i nostri dolori e con esse noi siamo rinati”.

L’aria del tenore Kystian Adam invece sottolinea la solitudine umana e di Cristo quando non ha trovato qualcuno che lo confortasse. Qui si trova pentimento dolore fino al coro che subentra spalancando le Porte Eterne.

L’aria di furia o di follia del basso Anthony Robin Schneider in “Perché s’infuriano le nazioni?” allarga l’attenzione dal passato alla contemporaneità in un susseguirsi di dubbi che sono tutt’oggi attuali.

La seconda parte termina con un trionfante famosissimo Halleluja del Coro in un crescendo di acuti e di tonalità al quale il pubblico non riesce a resistere con fragorosi applausi.

Nella terza parte il tema è dedicato alle Profezie e al ritorno del Messia. Apre l’aria il soprano “Il redentore vive e tornerà nel giorno del giudizio sulla terra”. Bellissimo il passaggio del coro “Ritorneremo a vivere tutti” che conclude l’oratorio con un finale imponente Amen in cui la musica sublima con le voci rispettando pienamente l’ispirazione barocca.

Il direttore d’Orchestra  John Nelson dona la sua impronta all’oratorio le sue mani vibrano intense delineando la potenza e l’esperienza a cui la Orchestra si rivolge con riconoscenza e rispetto. Tre serate uniche ed irripetibili poter ascoltare un direttore così importante ne il “Messiah” di Händel prima di Natale.

Il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia è istruito dal nuovo maestro dalla stagione 2023/24 Andrea Secchi.