La scorsa settimana – ricordate? – pioveva che Dio la mandava! Tornavo a Montesacro alla sera, per via Nomentana, passando davanti alla Finanza, sul ponte, facendo ingresso su Piazza Sempione.
Dico a mia moglie: “Amore, accendi la telecamera del telefonino”.
Azione.
C’è un che di film francese nelle riprese di una metropoli sotto il diluvio alla sera; i tergicristalli che danzano un estenuante Can-Can, i fari delle macchine e dei semafori e dei lampioni che danno poche cromatiche sicurezze in questo mondo vago e ambiguo; l’automobile che protegge come un guscio di lumaca, o una prigione.
Questa tragica e dolcissima sera di pioggia, permette ai pensieri umani di esprimersi al loro meglio.
Ed è proprio questo che fa il Riccardo II di Shakespeare: pensieri, pensieri che si esprimono; che si muovono dietro una tenda luminescente color latte, che fanno su e giù come i tergicristalli di una macchina, o che s’avventano contro la terra come le gocce di pioggia. Milioni di milioni di milioni di pensieri… per ogni essere umano, per ogni persona chiusa in macchina, o nascosta dietro una tenda.
E. Petronio
