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Lo Schermo dell’Arte presenta “Spit Earth: Who Is Jordan Wolfson?” di James Crump

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Jordan Wolfson
“Winter’s art doc” è la rassegna di film dedicata a tre documentari sull’arte e l’architettura che Lo Schermo dell’Arte propone in attesa che i cinema riaprano 

Tra di essi il docufilm “#JR” dedicato all’artista francese, “Aalto” di Virpi Suutari e “Spit Earth: Who Is Jordan Wolfson?” di James Crump. Oltre a questi documentari sulla piattaforma PiùCompagnia all’interno del pacchetto natalizio All I Watch For Christmas oltre 30 titoli in un unico abbonamento a 9,90 euro su MYmovies.

Definire Jordan Wolfson vorrebbe dire già circoscriverlo in limiti definiti, che lui non possiede.  

Nel docufilm che il regista e storico dell’arte James Crump ha realizzato si è scoperto un artista insolito e definito, dal suo enturage, psicopatico. Crump aveva già girato altri documentari su artisti famosi, come quello dedicato a Robert Mapplethorpe o ad Antonio Lopez ma è la prima volta con un artista vivente.

Nel documentario dedicato a Jordan Wolfson a parte due interviste che presenta nel film, tutte le altre informazioni le ha prese da persone che lo conoscono, ex fidanzate, curatori, galleristi e tutti concordano che Jordan sia crudele e privo di empatia. In realtà non è così, è geniale, da piccolo gli era stato diagnosticato il deficit dell’attenzione e la madre psicologa sicuramente ha influito sul suo sviluppo, ma colei che lo ha “salvato” dal tentativo di incanalarlo in confini standard è stata la zia Erica Jong sua mecenate, musa e sostenitrice più preziosa.

Nelle sue opere, Jordan affronta attraverso tecniche diverse dall’animazione alla realtà virtuale e soprattutto l’animatronica, tra cui spicca una delle sue opere più belle Female Figure“, 2014 i temi del razzismo, violenza, sessismo e antisemitismo. Ebreo, Jordan sconvolge il pubblico con una delle sue prime opere Animation Mask“, 2012 un’animazione in cui un barbuto Jewish con in mano la rivista Vogue colloquia con voce suadente insieme ad una giovane donna puntandosi alternativamente un pistola alle tempie o alla bocca. Una delle sue opere più sconvolgenti “Real Violence“, 2017 in realtà virtuale si trova esposta al Castello di Rivoli dove sembra che nel 2022 vi saranno anche altre opere di Wolfson.

Lo amerete o lo odierete non vi sono vie di mezzo, perché l’artista americano, attraverso le sue opere, vuole solo risvegliare quell’eccitazione animale che è in ognuno di noi e di cui anche lui si spaventa.