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Libertà all’Auditorium Parco della Musica con Libri Come

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Libri Come Libertà
Si sono conclusi domenica i quattro giorni dedicati alla festa del Libro e della Letteratura “Libri come” – LIBERTÀ. Giunta alla sua decima edizione la manifestazione anche quest’anno ha proposto ospiti eccellenti.

Le presenze sono arrivate a 25mila persone, moltissimi i giovani che hanno dato un segnale di riavvicinamento importante alla lettura e alla cultura.

Tra gli ospiti Samantha Cristoforetti, Concita De Gregorio, Lucia Annunziata, Lidia Ravera, Rossella Postorino, Niccolò Ammaniti, Neri Marcorè, Walter Veltroni, Paolo Gentiloni, Alberto Angela, questi sono solo alcuni degli speaker che si sono alternati nelle sale dell’ Auditorium Parco della Musica.

Tra di essi il neurobiologo Stefano Mancuso intervistato da Manuel Agnelli (cantante degli Afterhours) che ha presentato il libro “La libertà delle piante”.

Mancuso inizia subito il suo discorso dicendo “Non possiamo distruggere il pianeta ma possiamo distruggere noi stessi. Abbiamo basato tutto il nostro rapporto con gli altri esseri viventi pensando di essere i signori di questo mondo. L’Homo sapiens sapiens (due volte per marcare la nostra superiorità) è significativo di come ci vediamo. Partiamo dal punto di vista di essere i migliori, pensiamo di essere meglio di una mucca o di un albicocco, questo nasce dall’idea che noi abbiamo fatto cose incredibili come la Cappella Sistina ecc. Mentre per gli esseri viventi l’obiettivo è quello di propagare la propria specie come dice Darwin. Una specie vivente vive in media 5 milioni di anni e poi si estingue noi esistiamo da 300mila anni, non credo che vivremo ancora 4 milioni e 700 mila”.

L’essere umano non rappresenta la specie di miglior successo su questo pianeta come molti di noi pensano. Per quello che abbiamo fatto finora ci stiamo comportando come i parassiti della peggiore specie.

“Io non sono un catastrofista, ma il nostro cervello non lo stiamo utilizzando, siamo una specie molto giovane che si comporta come un bambino a cui è dato in mano un martello molto presto e non lo sa usare nella maniera corretta”.

Il quadro che Mancuso illustra dell’essere umano è piuttosto triste, affronta nel suo libro anche l’organizzazione gerarchica che abbiamo noi in antitesi con quella degli animali e le piante.

“In natura sono rare le organizzazioni gerarchiche, anche nei lupi il maschio alfa non prende le decisioni ma è solo colui che si accoppia con le femmine, le decisioni nei gruppi sono sempre prese in maniera distribuita. Le organizzazioni gerarchiche sono antiquate. Per il Principio di Peter: in qualunque organizzazione gerarchia ognuno raggiunge il massimo grado di incompetenza”.

In una parte del suo libro viene affrontato anche quello che le piante che sentono.

Come si muove un glicine che vede qualcosa, come tutte le piante rampicanti che cercano dei supporti su cui crescere e hanno una percezione perfetta di dove dirigersi, vedendo probabilmente la rottura dell’uniformità della luce.

“Noi umani sotto questa prospettiva diventiamo solo dei vettori per il trasporto. Le piante non possono muoversi ma s’ingegnano sul come utilizzare noi e gli animali per arrivare dove vogliono. Producono un nettare che attira gli insetti e droghe che agiscono sul cervello e creano dipendenza, per legare a sé gli animali e proteggersi”.

Mancuso nel suo libro ribalta la visione antropocentrica offrendo una realtà sicuramente più calzante a quella presente sul pianeta Terra.