Ed è passato pure il derby. Il derby non può mai essere una partita come le altre. Alcune città si ritrovano ad avere due squadre, Roma, Milano, Genova, Torino, solo per restare in Italia, ed altre, pur importanti come Napoli, una sola
Sarebbe meglio averne una sola, ci sarebbe più tranquillità, si vivrebbe un campionato guardando solo la propria posizione e non quella dell’antagonista cittadino.
Perché essere tifosi di una squadra in queste città, significa automaticamente essere acerrimi rivali dell’altra. Ci si dimentica, quando arriva il derby, di avere magari un familiare tifoso dell’altra squadra, amici, parenti, spessissimo il proprio partner. E quindi giù sfottò, nella migliore delle ipotesi, oppure cori offensivi, o gesta che richiamano l’attenzione delle forze dell’ordine. E’ avvenuto anche stavolta, nei pressi di Ponte Milvio.
La Lazio e la Roma sono arrivate all’appuntamento perfettamente appaiate in classifica, ma, paradossalmente, con due stati d’animo completamente diversi.
Se guardiamo il campionato gli ultimi risultati sono favorevoli alla Lazio, ma la settimana di coppe ha ribaltato completamente lo stato psicofisico delle due squadre. Da una parte la Roma, che dopo aver eliminato il Barcellona con una partita strepitosa, si è autocatapultata in semifinale di Champions League, dall’altra la Lazio, che dopo essere stata ad un passo dalle semifinali, ha buttato via tutto con i sei minuti disastrosi in quel di Salisburgo.
Una che si presenta sulle ali dell’entusiasmo e l’altra che deve riprendersi da uno stato di profonda depressione.
Sprofondare nel buio più totale, rischiando di compromettere una stagione per certi versi fantastica? O tirare fuori gli attributi e scrollarsi di dosso tutta la negatività, dimostrando di esserci ancora?
Proprio per questo forse nessuna partita sarebbe più adatta del derby. Il carico di adrenalina che trasmette ogni volta è proprio la medicina che serviva alla Lazio. La compagine biancoceleste ha disputato una gara fisica, determinata e con la giusta ferocia agonistica, nonostante la stanchezza di due giorni in meno di riposo rispetto alla Roma. La quale Roma ha però risposto da par suo, dimostrando una solida compattezza difensiva e un attaccante ritrovato come Dzeko.
La partita è quindi finita come la logica lasciava presagire.
Pareggio a reti inviolate, ma non per questo sono mancate le emozioni. Le principali del primo tempo un tiro di Parolo al 7’ di poco alto, e un palo colpito da Bruno Peres al 37’ su assist di Nainggolan. Leggero predominio della Roma nella fase finale del primo tempo.
La ripresa inizia con la Lazio più reattiva, che trova energie inaspettate a questo punto della gara.
Ma le occasioni più grandi da entrambe le parti arrivano nel finale, soprattutto dopo l’espulsione di Radu al 35’, che lascia la Lazio in dieci. Al 39’ Marušić va vicino al gol in area disturbato da El Shaarawy in ripiegamento, e dal 45’ in poi tutte le occasioni della Roma. Al 45’ colpo di testa di Dzeko su cross di Under, parato da Strakosha. Il centravanti Bosniaco ci riprova su cross di Fazio un minuto dopo, la palla si stampa sulla traversa. Ancora Dzeko al 47’ con un tiro di poco fuori, e l’ultima emozione la regala Milinković ai suoi tifosi con un tiro da 60 m che prova a sorprendere Alisson. Finisce qui con le due squadre appaiate in classifica al terzo posto, in un avvincente testa a testa per il prosieguo del campionato.
Valter Laurenti