Il grande giornalista del passato, Gianni Brera, sosteneva che la partita perfetta era quella che finiva 0-0, perché questo risultato rappresenta l’annullamento reciproco delle due squadre in campo
Troppo spesso però si assiste a degli 0-0 abbastanza squallidi, perché scaturiti dall’assenza di gioco, di idee o dalla difesa ad oltranza di una delle due squadre, la quale, come si dice in gergo, piazza il pullman davanti alla porta.
Quello che è successo mercoledì sera all’Olimpico, invece, rispecchia fedelmente l’idea di Brera, con due squadre che hanno dato vita ad una partita spettacolo, combattuta dal primo al centoventesimo minuto a tutto campo.
Fino all’ultima goccia di sudore, fino ai crampi, e proseguita poi ai rigori, la fantomatica lotteria dalla quale, purtroppo, deve per forza uscire un vincitore, ed anche lì non sono bastati i classici cinque rigori per parte.
Serie terminata in perfetta parità con tre centri e due parate per parte, ma si è dovuti andare ad oltranza, aspettando l’errore di un tiratore o la parata di un portiere.
E l’errore è arrivato sulla sponda laziale, per mano, o meglio, per piede di un ragazzo promettentissimo di nome Luiz Felipe Ramos, destinato ad essere titolare fisso al centro della difesa, che ha sbagliato il rigore decisivo. Ma, come recita una famosa e quanto mai appropriata canzone di De Gregori, non è da questi particolari che si giudica un calciatore, ma da altre doti. Luiz Felipe le possiede tutte.
Così nella finale del 9 maggio, al cospetto della Juventus, ci sarà il Milan, una squadra partita male in campionato e completamente smarrita nel gioco e nella condizione per circa quattro mesi, rigenerata dalla cura Gattuso, il mister che le ha trasmesso tutto il suo carattere indomito, ma anche idee di gioco, trame tattiche e soprattutto una condizione fisica invidiabile.
Di fronte ad una Lazio decisa a fare sua la partita, che ha giocato col piglio della grande squadra, che le ha provate tutte per scardinare la difesa avversaria.
Il Milan ha risposto colpo su colpo, riproponendosi con velocissime ri-partenze, tenendo il campo piuttosto saldamente, approfittando del fatto che, dato il risultato di 0-0 dell’andata, le sarebbe bastato non subire gol e pareggiare con qualsiasi risultato tranne lo 0-0.
Quindi ad un certo punto le squadre hanno avuto paura di fare passi falsi e di compromettere tutto. Si sono guardate le spalle più che attaccare a testa bassa, preferendo scegliere la strada dei supplementari.
La cronaca della partita, pur non essendoci stati gol, risulta essere tutt’altro che scarna.
È vero che le due squadre si sono praticamente annullate, ma molto del merito va ai due portieri, autori di grandi interventi. Inizia Donnarumma su colpo di testa di Immobile al 6’, il portiere milanista si ripete su Milinković all’8’, Strakosha para su Suso al 19’, si ripete Donnarumma su Immobile al 36’.
Nel secondo tempo subito il Milan al tiro con Calhanoglu, parato da Strakosha, miracolo dello stesso portiere su Calabria all’11. Per tutto il secondo tempo ci sono stati molti altri tiri, a conclusione dei continui capovolgimenti di fronte, ma tutti o quasi fuori misura, evidentemente cali di lucidità ed energie sono iniziate ad affiorare.
Fino ad arrivare ai supplementari dove sono prevalsi prudenza e tatticismo, con l’unica grande occasione fallita dal Milan con Kalinić al 13’ del secondo tempo supplementare, il quale davanti a Strakosha ha sparato alto. Si va ai rigori con il risultato di cui sopra.
Valter Laurenti