“Dove mi metto per il calcio d’angolo”? Domanda rivolta da Sylvester Stallone al capitano della sua squadra nel mitico film “Fuga per la Vittoria”. Chi non conosce questo film in un paese, l’Italia, in cui ogni settimana circa sessanta milioni di allenatori dicono la loro?
Evidentemente Strakosha, il portiere della Lazio, non l’ha visto. Altrimenti avrebbe saputo dove mettersi nel calcio d’angolo decisivo della partita, contro una squadra, l’Inter, che fa dei calci piazzati la sua forza principale. Eh già, perché la risposta era “sul secondo palo”, ed è proprio lì che si è insaccato il colpo di testa di Vecino, che ha dato la vittoria all’Inter. E con essa l’accesso alla Champions League a discapito della Lazio, che aveva a disposizione due risultati su tre, ma, come spesso succede in questi casi, la fortuna rema contro ed è uscito il terzo.
La Lazio è stata ancora una volta vittima dei suoi cinque minuti di ordinaria follia. È successo nelle due partite decisive dell’ultima parte di stagione, la prima a Salisburgo in Europa League, quando, a qualificazione praticamente raggiunta, la Lazio si è fatta infilare tre volte in sei minuti.
Ed è successo ieri.
Prima il rigore per fallo su Icardi, commesso da quel giocatore che ieri deve aver giocato con un terremoto nel cuore e nella mente. De Vrij, che giocherà proprio con l’Inter la prossima stagione, e che ieri ha giocato consapevole che una vittoria o pareggio della Lazio gli avrebbe impedito di partecipare alla Champions il prossimo anno. Era il caso di schierarlo? Perché dopo il rigore è andato in bambola ed è stato sostituito, finendo la sua avventura con la Lazio tra le lacrime. Poi l’espulsione di Lulić, per doppia ammonizione, e per un fallo tanto inutile quanto inaccettabile da uno esperto come lui. Infine l’episodio del calcio d’angolo con gol di Vecino.
Ma veniamo alla cronaca.
La partita inizia su ritmi altissimi, che si protraggono per tutto il primo tempo. Subito Inter in avanti a fare la partita fino al tiro di Candreva al 5’. Risponde la Lazio con un gol mancato da Luiz Felipe al 7’. Poi Milinković con un colpo di testa parato da Handanovič al 9’. Subito dopo il vantaggio della Lazio con Marušić. 1-0. Icardi manca il gol a tu per tu con Strakosha al 22’, e tre minuti dopo una punizione di Milinković si stampa sul palo. Al 29’ l’Inter pareggia su azione di Calcio d’angolo, con D’Ambrosio. 1-1
Ma la partita è apertissima e al 41’ un’azione magistrale in contropiede porta in vantaggio la Lazio con Felipe Anderson, che si fa ottanta metri in 8 secondi e trafigge Handanovič alla sua destra. 2-1. C’è ancora tempo per un bolide di Milinković parato dal portiere sloveno e si va al riposo.
La ripresa continua come il primo tempo. Ritmi forsennati e continui capovolgimenti di fronte.
In questi casi sono gli episodi a determinare l’esito di una gara, e questi possono essere il frutto di situazioni tattiche, di momenti di sbandamento e colpi di fortuna o sfortuna a seconda della parte da cui si guarda.
Così al 78’ lo sbandamento di De Vrij, causato da un errore di Strakosha in disimpegno, causa il rigore per l’Inter, dando inizio a quei cinque minuti di follia di cui abbiamo parlato all’inizio, e che hanno permesso all’Inter di ribaltare una situazione compromessa e di assicurarsi l’ingresso in Champions League per la prossima stagione.
Valter Laurenti