“La donna che pensava di essere triste”, è il racconto di Marita Bartolazzi, è stato pubblicato dalla casa editrice Èxòrma Edizioni. Dopo aver scritto libri di altro genere, l’autrice, esordisce nella narrativa con questo racconto. Questa è la storia di un viaggio, in una realtà deformata, di una donna
La donna si muove in una città senza tempo e senza nome. Per il lettore è difficile comprendere questa realtà e, della donna non si conosce il nome, si sa solo che “pensava di essere triste”.
Il “viaggio” della donna, attraversa luoghi che fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Il tram, l’ufficio, il supermercato, i negozi e la casa. Ogni posto, però, presenta una realtà deformata: l’ufficio, per esempio, compare a giorni alterni, nel parco si può parlare con statue di bronzo annoiate, al supermercato si possono comprare sogni e le cassiere hanno la testa di una giraffa, gli animali sono parlanti.
Durante la lettura, viene subito alla mente una similitudine con “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll o con il mondo delle favole di Gianni Rodari.
La donna è circondata di personaggi immaginari o reali e, la notte, è piena di incontri, visioni e sogni. Lei è alla ricerca di qualcuno che le cucia una coperta di tristezza, e trova un sarto, convinto anche lui, di vivere nel paese della tristezza.
La vita della protagonista si intreccia con i suoi innumerevoli incontri, e la tristezza, sia essa vista come un sentimento o come una consuetudine (colore triste, vestito triste, cibo triste ecc), viene descritta dall’autrice in maniera sensibile e delicata, e non con un accezione negativa. Leggendo il racconto, il lettore può farsi una personalissima idea di tristezza.
La donna, non cerca di cacciare via “le cose tristi”, ma bensì le accoglie e le fa sue, perché in fondo, c’è bisogno anche di tristezza.
“La donna che pensava di essere triste” è un viaggio nel reale unito al surreale. Si parla tristezza ma, leggendo il libro, non si ha questa sensazione. È, più che altro, un viaggio nei sogni, in un mondo fantastico, fatto di sogni, di animali e statue parlanti e naturalmente, di tristezza.
“La donna che pensava di essere triste” è a cura di Marita Bartolazzi ed è stato pubblicato nel 2017 da Èxòrma Edizioni.
“Milano disillusa. 1978, un’indagine del commissario Negri”, di Oscar Logoteta
[author title=”Title” author_id=””]