Un film su ciò che avviene in una scuola media francese, un momento delicato di crescita in cui non sia più bambini ma neanche adulti. È questo che hanno voluto portare sul grande schermo Grand Corps Malade e Mehdi Idir dal 9 luglio al cinema
La protagonista Samia (Zita Hanrot) per avvicinarsi da l’Ardèche a Parigi decide di occuparsi della scuola media di Saint-Denis. Il suo ruolo è quello di ispettrice scolastica. Troverà una situazione problematica nella classe di coloro che non hanno scelto la materia opzionale, ragazzi senza una passione particolare e con situazioni famigliari difficili. Gli insegnanti ormai rassegnati assecondano la nullafacenza senza proporre loro nuovi stimoli. Il difficile compito di Samia sarà quello di prendere in mano la situazione di entrambi cercando un dialogo e, con delicatezza, dare una speranza di futuro ai ragazzi che non vedono nella scuola un futuro per la vita.
Il lungometraggio ricorda per alcuni tratti il film “Ti va di ballare?”, 2006 diretto da Liz Friedlander ispirato alla vita di Pierre Dulaine con Antonio Banderas in cui ragazzi demotivati e borderline vengono recuperati dal professore interessandoli alla danza e ad una competizione finale.
“L’anno che verrà” è molto più psicologico, improntato sulle dinamiche tra insegnanti e ragazzi con la spinta emotiva di Samia che è quella di ottenere il meglio da tutti.
Definito dai registi un film con un ascensore emotivo, in una scena si ride in un’altra ci si commuove. Entrambi hanno come obbiettivo l’intento di rendere la storia reale ma non drammatica. La storia di una scuola media di periferia in cui l’allegria dei ragazzi si unisce alle delusioni degli adulti. Un film piacevole in cui la forza trainante del film è senz’altro l’interpretazione di Zita Hanrot con il suo sorriso luminoso e le espressioni vive del volto. Zita è una promessa del cinema francese e vincitrice del Cèsar nel 2016 per “Fatima”, 2015 diretto da Philippe Faucon.
“L’anno che verrà” è in tutti i cinema dal 9 luglio distribuito da Movies Inspired.
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