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Una storia di libertà dal 9 maggio al cinema “Il mio posto è qui” di Daniela Porto e Cristiano Bortone

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"Il mio posto è qui" al cinema dal 9 maggio

Distribuito da Adler Entertainment “Il mio posto è qui” con Ludovica Martino e Marco Leonardi sarà al cinema dal 9 maggio, tratto dal romanzo omonimo di Daniela Porto appena uscito con Sperling & Kupfer alla regia con Cristiano Bortone

È difficile fare un buon film partendo dall’idea originale di un libro, spesso i personaggi non coincidono, le sfumature sono diverse e talvolta l’ambientazione non rispecchia quella dell’autore. Non è questo il caso del romanzo di Daniela Porto alla regia del film insieme al marito Cristiano Bortone. Una storia d’amore che parte dal sentimento esistente tra i registi e un libro bellissimo a cui Cristiano decide di dare ampia divulgazione attraverso un film. Il risultato è un film bellissimo, emozionale, di cambiamento e di libertà, un film che tutti dovrebbero vedere, intimo, ricco di speranza e di riscatto.

La protagonista Marta (Ludovica Martino) nasce in un piccolo paese calabrese ma non è come le altre ragazze del posto, è curiosa, ama leggere e sogna un futuro diverso da quello esclusivo di moglie e madre del piccolo Michelangelo (Edoardo Malerba) figlio di un ragazzo morto al fronte. Ma la povertà non le lascia scampo e la famiglia la indirizza verso un matrimonio combinato con Gino (Antonino Sgro’) un contadino vedovo con due figlie piccole. Rassegnata, prova a seguire quello che il binario della consuetudine le suggerisce, ma in chiesa il “perpetuo” Lorenzo (Marco Leonardi) le indica la strada della libertà attraverso i libri.

Marta con il bambino
Ambientato nel 1940 sullo sfondo di un piccolo paese di campagna, la sede del PCI e l’emancipazione che passa per una macchina da scrivere i registi hanno creato un film che è una poesia.

La fotografia di Emilio M. Costa che, con estrema maestria ha riprodotto la luce delle candele nella notte, fedeli compagne della giovane lettrice e scrivana, è particolarmente efficace, oltre all’acuta precisione dei dettagli e la fedele ricostruzione storica.

Durante l’intervista i due registi descrivono la loro protagonista non come un’eroina ma una ragazza semplice che intraprende questo percorso lungo di libertà e che, se non avesse incontrato Lorenzo, prendendo da lui forza e coscienza di sé si sarebbe abbandonata al proprio destino di andare verso il marito scelto per lei.

Marta impara a scrivere a macchina

“Una delle cose che ci rende orgogliosi del film che viene dal romanzo di Daniela è che tutti i personaggi evitino gli stereotipi e siano sfumati. Il PCI che da una parte aiuta ma dall’altra parte ha un’area conservatrice (pro i lavoratori ma uomo). Gli sterotipi che fanno vedere le cose nella loro complessità si ritrovano nel film in un modo molto sfumato” spiega Cristiano il regista.

Infatti la sensazione che si ha e le diverse prospettive del film danno proprio questa percezione allo spettatore, che non ci sia un giusto o sbagliato, il bene o il male, ogni personaggio calato nella sua realtà fa quello che è abituato a fare e consono al suo imprinting senza pensare e spaziare altrove, spinta che invece ha Marta prima attraverso i libri e poi la scrittura.

“Il rapporto con la macchina da scrivere è la chiave per la libertà” conclude Daniela racchiudendo in una frase il significato intero del film.

Sicuramente uno dei film più interessanti dell’anno soprattutto sul fronte italiano. I due protagonisti non solo sono perfetti nei ruoli ma l’interpretazione e la loro bravura contagia tutto il set, ognuno con il suo personaggio da approfondire, studiare e portare come un regalo al pubblico.