Il Concerto per il Nuovo Anno apre la Stagione Sinfonica il 5 gennaio 2023 (le repliche il 7 e l’8) dell’Accademia di Santa Cecilia con il direttore ospite principale Jakub Hrůša a dirigere l’Orchestra e Beatrice Rana l’artista in residenza al pianoforte con un repertorio che spazia da Weber, Schumann a Ludwig van Beethoven
L’overture di Carl Maria von Weber op.77 inaugura il primo concerto dell’anno. Una dedica speciale, romantica, intrisa dei significati settecenteschi caratterizzanti le opere tedesche. Dieci minuti intensi, concentrati, che come un preludio attirano l’attenzione del pubblico ponendolo nell’appropriato ascolto del Concerto per pianoforte in la minore che segue. Al pianoforte Beatrice Rana amatissima dal pubblico che l’ha vista crescere sul palco di Santa Cecilia.
Colpisce l’immobilità dell’Orchestra quando la pianista esegue il primo movimento, diventa scenografica, mentre lei lorché, suonando, spicca in abito rosso vivo lamé, in pieno contrasto con il nero del pianoforte. Beatrice Rana crea un parallelo dal sapore cinematografico con Clara Schumann prima esecutrice del Concerto per pianoforte in la minore op.54 il 4 dicembre 1845 a Dresda.
Il secondo movimento, composto in soli tre giorni da Robert Schumann, occupa il posto del rondò originale che chiuderà invece il concerto. Trenta minuti intensi che sfociano, alla fine della prima parte in un caloroso pubblico esultante ricambiato dal bis di Beatrice Rana: un preludio ottocentesco del pianista russo Aleksandr Nikolaevič Skrjabin.
La seconda parte del Concerto per il Nuovo Anno è interamente dedicata alla Sinfonia n.7 in la maggiore op. 92 di Ludwig van Beethoven.
La Settima e l’Ottava sinfonia nascono alcuni anni dopo il blocco continuo delle prime sei composte dal 1800 al 1808. La Nona arriverà ben undici ani dopo.
La Settima nasce tra settembre del 1811 e maggio 1812 periodo in cui svanisce l’ultimo amore del compositore, rimasto tutt’ora sconosciuto, era senz’altro impossibile per la differenza di appartenenza sociale (forse un’aristocratica?). Gli fu attribuita la composizione in uno stato d’infelicità estrema, dove Beethoven si perde e poi si ritrova durante tutta la sinfonia. Dai contemporanei definita con un “carattere sfrenato” la Sinfonia n.7 inizia con un’introduzione lunga, probabilmente la più lunga di tutte le sue sinfonie e si conclude con l’Allegro con brio finale con una evidente sfrenatezza. Vitale ed irruente.
Jakub Hrůša, nato nella Repubblica Ceca, futuro Direttore musicale del Covent Garden di Londra (nel 2025) dirige anche nella seconda parte l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia esprimendo appieno il suo carattere. Connubio perfetto con la sinfonia, una danza che cresce d’intensità, un omaggio che l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha voluto fare al Nuovo Anno.