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“Hannah” il quarto film italiano in concorso al Festival di Venezia

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Hannah

Alla conferenza stampa per il quarto film in concorso a Venezia 74 erano presenti i produttori, la protagonista Charlotte Rampling e il regista Andrea Pallaoro

Italia, Belgio, Francia / 95’ lingua francese
Cast: Charlotte Rampling, André Wilms

Sinossi:

Hannah è il ritratto intimo di una donna che perde la sua identità e non riesce ad accettare la realtà che la circonda. Rimasta sola, alle prese con le conseguenze dell’arresto del marito, Hannah inizia a sgretolarsi. Attraverso l’esplorazione della sua identità frantumata e della perdita di autocontrollo, il film indaga l’alienazione della modernità, la difficoltà di avere relazioni, il confine tra identità individuale, rapporti umani e pressioni sociali.

Conferenza stampa:

Andrea, perché hai deciso di raccontare questa storia più dal punto di vista dello stato d’animo?

Il mio obiettivo è stato sempre quello di penetrare nel mondo interiore di Hannah, intrappolato nelle sue incertezze. Sono sempre stato attratto dai personaggi emarginati, il film percorre un approccio sensoriale ed emotivo più che narrativo

In “Medeas” (2013) già esiste una riflessione tra l’identità personale e sociali, si ritrova anche in questo film?

Uno dei miei obbiettivi è  esplorare tra l’identità di un individuo e quella della coppia, capire cosa succede nella psicologia di una persona dopo 40 anni che vive assieme e scopre una cosa dell’altro nascosta. Si capovolge tutto

Prima di scrivere il copione, avevi già in mente Charlotte oppure no, e com’è stato l’incontro tra di voi?

La sceneggiatura è stata scritta per lei, io la vidi la prima volta in un film di Luchino Visconti La caduta degli dei, 1969. Da allora la seguo, le mandammo la sceneggiatura e la copia del primo lungometraggio da me realizzato, mi rispose dopo pochi giorni dandomi la disponibilità ad incontrarla. Andai subito a Parigi. Charlotte è un’artista che scava dentro al mondo interiore del personaggio e arriva alla verità con un coraggio notevole

Una domanda per la signora Rampling che regista è Andrea?

La collaborazione tra di noi è iniziata dopo tre anni dalla lettura del copione, ero molto sicura quando abbiamo girato, avevo piacere di varlo, capivo quello che voleva perché ci siamo conosciuti prima. Andrea è molto semplice ma sa molto bene cosa vuole

Nel film il dialogo di questa protagonista avviene più con gli spazi anziché le persone che tipo di interazione volevi creare?

Una bella domanda, con il direttore della fotografia e gli a tri abbiamo cercato un linguaggio cinematografico che rispecchiasse il senso di disorentiamento e dramma della sua vita. Abbiamo cercato di fotografare il rapporto con il mondo circostante fisico e psicologico, esterno e interno, usando finestre e porte, frames. Un erotismo velato, volevo eccitare la fantasia dello spettatore nascondendo invece che svelando. Instaurare un rapporto con lo spettatore per creare un suo percorso individuale e poter attraverso Hannah capire se stesso. Questa è la catarsi del film

Per esaltare il lato più “sensoriale” del film è girato in 35mm che a differenza del digitale è molto più fisico, e questo per un film sensoriale era importante.

Photo: Festival di Venezia

 

Sara Cacciarini