Home Viaggi Giorgia e Stefano pronti ad un’altra sfida sul Monte Taranaki. Ventitresimo capitolo

Giorgia e Stefano pronti ad un’altra sfida sul Monte Taranaki. Ventitresimo capitolo

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Monte Taranaki

Dopo l’avventura della scorsa settimana decidemmo di raggiungere l’agenzia di informazioni sul Monte Taranaki

Una volta che arrivammo a destinazione, il tempo, sfortunatamente, non prometteva bene e così chiedemmo all’agenzia  consigli su quale fosse la camminata migliore da fare.

Ci fu detto che il tempo sarebbe stato brutto e che quindi intraprendere un percorso che comportasse stare su una baita a dormire non era il conveniente per le condizioni climatiche.

Eravamo un po’ abbattuti ma volevamo comunque intraprendere un sentiero, dopo la strada fatta e allora abbiamo decidemmo di intraprendere il tratto per il Summit Climb ovvero fino al vertice della montagna.

Inaspettatamente la vista era spettacolare, sembrava di camminare sulle nuvole.

Erano bianche bianche, sembravano quasi soffici, sarebbe stato bello poterle toccare. Una vista così suggestiva non l’avevo mai vista prima di allora.

In parte credevo che la camminata non sarebbe stata così bella, invece, durante il nostro percorso, mi resi conto che erano proprio loro, quelle nuvole, a creare il posto un po’ surreale.

Tutto sommato, non sembrava difficile e noi eravamo carichi più che mai.

Giorgia e la vista dal Monte Taranaki

Fino a quando giungemmo ad una indicazione stradale, la quale raccomandava massima attenzione per coloro decidessero di continuare la camminata, in quanto si trattava di un tratto per soli esperti.

Noi, NON avevamo preso alla leggera questo consiglio, ma volevamo capire comunque di cosa stesse parlando.

La strada, infatti, iniziava ad essere sempre più ripida e il sentiero era diventato roccioso ed alcune zone erano persino già innevate.

Proseguivamo, senza pensarci troppo, fino a quando un ragazzo che stava scendendo dalla vetta, ci disse che dalla cima era uno spettacolo ma che le condizioni meteorologiche stavano cambiando e che noi stavamo percorrendo solo il primo tratto, quello più semplice.

Alle sue parole, decidemmo di seguire il suo consiglio e di tornare indietro.

La nebbia, inoltre, sembrava non lasciar tregua e dal freddo che c’era, io non sentivo nemmeno quasi più le mie mani.

Casa, quindi, ci stava aspettando.

Senza alcun pentimento, anzi, soddisfatti della giornata fatta. 

Ragazzi, andateci! ne vale la pena, ma state attenti alle condizioni climatiche perché cambiano molto molto rapidamente.

La sera ci siamo fermammo per un caffè in un locale molto molto carino, nel quale ho pensato di scrivere a voi, miei cari amici.

Come ben sapete, ormai siamo in viaggio da un po’ e grazie al tempo a disposizione, ma soprattutto ai soldi messi da parte, abbiamo avuto la magica possibilità di viaggiare e scoprire praticamente la maggior parte dei posti che il Nord della Nuova Zelanda offre.

Purtroppo, come sempre, ad un certo punto il denaro finisce.

Prima di partire, non eravamo partiti proprio alla cieca, infatti ci eravamo prefissati di spendere una determinata somma.

Dovevamo decidere una città dove volerci fermare per la ricerca di un lavoro e salvare qualche soldino.

Visto il piccolo budget che ancora avevamo a disposizione per la vacanza, avevamo pensato di farci il biglietto del traghetto e di scendere verso il sud della Nuova Zelanda.

Ci siamo spostati, quindi a Wellington da dove poi avremmo preso la nave.

Prenotare non era stato per nulla difficile e fortunatamente eravamo capitati nel periodo degli sconti.

Stefano non c’era mai stato e al giorno della partenza sembrava quasi un bimbo.

Felice e curioso di provare una cosa nuova, continuava a farmi mille domande.

Come sono fatte al loro interno? Cosa offrono? Ci sono anche le stanze?

Che dolce che era, mi faceva tanto ridere… Purtroppo, la fortuna non era dalla nostra parte, e il suo sorriso si spense poco dopo la partenza.

La prossima volta vi racconterò il proseguo della nostra storia.

Giorgia e Stefano si rilassano alla SPA