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Paolo Genovese porta in scena un adattamento di “Perfetti sconosciuti” al Teatro Ambra Jovinelli

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"Perfetti sconosciuti" al Teatro Ambra Jovinelli con Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina, Valeria Solarino ph. Augusto Biagini
Dal 26 dicembre al 6 gennaio sul palco del Teatro Ambra Jovinelli lo stesso regista dell’omonimo film del 2016 vincitore nello stesso anno del Premio David di Donatello, Paolo Genovese, porta in scena un adattamento di “Perfetti sconosciuti” con un corposo cast di attori: Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina e Valeria Solarino

Una cena tra amici storici, con i rispettivi partner, assume i connotati di un “giallo” alla scoperta dei segreti di ciascuno di loro quando un gioco innocente rivela le doppie vite di ogni partecipante. I cellulari, custodi di cose non dette ai partner, poggiati sul tavolo durante la cena diventano killer spietati di verità. Le chiamate devono essere ascoltate in vivavoce e i messaggi letti davanti a tutti. Una volta iniziato il gioco sottrarsi significherebbe autodenunciarsi e così i partecipanti diventano i protagonisti di rivelazioni e scoperte taciute prima.

Ognuno di loro, o quasi, ha un piccolo o grande segreto, chi un’amante, un flirt al debutto, un desiderio oppure una vita parallela, anche senza arrivare al tradimento all’interno delle stesse amicizie non vince la sincerità.
Lorenza Indovina_Dino Abbrescia in “Perfetti sconosciuti” ph. Augusto Biagini

Il rischio che il testo teatrale sia deludente rispetto allo scalpore e al successo del film è ampiamente superato dalla bravura degli attori, dalle battute scambiate che riscuotono risate e dal pubblico complice che “soffre” insieme a loro ad ogni “trillo” di un telefono, certo di stare al sicuro in platea ma pienamente capace di immedesimarsi in ciascuno dei protagonisti. Tra i più apprezzati Dino Abbrescia e Massimo De Lorenzo con un copione ricco di arguzia unito alla capacità attoriale di entrambi riscuotono numerosi applausi. La sceneggiatura è più leggera rispetto al film, i dialoghi sono esaltati, necessità tecnica mancando le inquadrature e soprattutto per far arrivare al pubblico nelle file più lontane, con la visibilità limitata o in galleria, l’atmosfera della pièce e soprattutto il significato del tema.

Valeria Solarino e Paolo Calabresi in “Perfetti Sconosciuti”

In un mondo connesso costantemente, il cellulare è ormai diventato lo scrigno dei nostri segreti, colui che è sempre con noi come la coperta di Linus, complice dei nostri successi, insuccessi, desideri e viltà, silenzioso e protetto da un codice è la finestra sul mondo della nostra vera identità.

Stefano Fresi ci racconta una storia in “Dioggene” al Teatro Ambra Jovinelli