Un amore nato tra i banchi di scuola, un’isola meravigliosa come Procida e un vecchio modem 56K, sono questi gli ingredienti della nuova serie italiana che dal primo luglio sarà distribuita su Netflix
“Generazione 56K” in otto puntate è prodotta da Cattleya, parte di ITV Studios, e realizzata in collaborazione con The Jackal, gruppo Ciaopeople. Tra i protagonisti Angelo Spagnoletti nel ruolo di Daniel e Cristina Cappelli in quello di Matilda, (Alfredo Cerrone e Azzurra Iacone nei panni degli adolescenti).
Oltre a loro anche i comici Gianluca Fru e Fabio Balsamo nei ruoli degli amici di sempre di Daniel e, anche colleghi di lavoro, sviluppano insieme nuove improponibili App (Gennaro Filippone e da Egidio Mercurio nella versione da bambini).
Daniel e Matilda dopo essersi persi di vista per molti anni, si ritrovano casualmente da adulti, complice un’ App di appuntamenti. Durante le otto puntate, che vi divorerete in un colpo solo, si alterneranno il presente a Napoli ed il passato nell’isola di Procida. Con un continuo salto temporale, vedrete i protagonisti di ieri con i loro timori, paure e scoperte dell’amore e la sessualità e gli stessi timori oggi, non superati perché le emozioni quando ci toccano da vicino è come se fossimo sempre bambini.
Una serie fresca e piacevole, semplice nei contenuti, è quella che, in quest’estate può darci un po’ di frizzantezza e leggerezza. Tiferete per l’amore e riderete alle battute dei comici di The Jackal sognando anche voi un amore puro e spensierato.
Definita genere comedy, la serie “Generazione 56K” è basata su un’idea originale di Francesco Ebbasta e da lui scritta insieme a Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini, che ne è anche head writer.
I registi si sono suddivisi le riprese: i primi 4 episodi sono di Francesco Ebbasta, mentre Alessio Maria Federici firma la regia dei restanti 4.
In questa serie non ci sono maschi alfa: gli uomini sono fragili, vulnerabili, hanno paura ad ammettere che non gli va di fare sesso, e vomitano ai primi appuntamenti.
Il parere dell’altro regista Alessio Maria Federici è più tecnico essendo alla sua prima esperienza con le serie televisive “Ho provato infine a differenziare la posizione della macchina da presa in tutte le situazioni con i bambini abbassandola a quello che è il loro punto di vista – determinato fondamentalmente dalla loro altezza – dando quindi una proporzione diversa rispetto agli adulti e agli ambienti che i nostri piccoli protagonisti si trovano a vivere.