Ieri, 13 giugno, il CineVillage Parco Talenti ha ospitato il regista romano Gabriele Muccino, per il progetto “Il cinema sotto le stelle a Parco Talenti“.
Muccino, reduce da numerosi successi ad Hollywood, ha raccontato e introdotto al pubblico presente, la genesi del film, tutto italiano, “A casa tutti bene” del 2018.
La pellicola, che ha ottenuto riconoscimenti e candidature ai Nastri d’Argento 2018 grazie al cast stellare, ha come tema centrale la famiglia, in tutte le sue sfumature e follie. Il regista, nell’incontro al CineVillage Parco Talenti, ha raccontato di come l’idea per “A casa tutti bene” sia nata proprio durante una sua riunione familiare per il festeggiamento di un’occasione speciale.
Presenziando a questo ritrovo, Muccino, racconta, di come si sia accorto di quanto la famiglia possa essere un magnete che tiene uniti ma allo stesso tempo allontana i singoli. La famiglia è un microcosmo che simula, in scala ridotta, ciò che avviene nella società, è la summa delle caratteristiche peculiari degli uomini.
Raccontare di una famiglia allargata (nel caso del film), equivale dunque a raccontare chi siamo: uomini, donne, le nostre relazioni comportamentali, gli atteggiamenti dei figli, i rapporti tra fratelli.
“A casa tutti bene” è senza dubbio un titolo sarcastico, che calza a pennello con l’intento del film di narrare questa “messa in scena”, come la definisce Muccino, di una famiglia che rompe vigorosamente gli argini del bon ton. In effetti, il film non racconta in alcun modo di una famiglia stile Mulino Bianco, bensì ha lo scopo di evidenziare i mille volti di una famiglia espressamente disfunzionale.
Ciò che si vuole evidenziare è quindi il fatto di come è difficile vivere in una famiglia “difficile”, allo stesso modo è difficile vivere in una società che ha le stesse caratteristiche comportamentali, scatenando in ogni individuo reazioni e atteggiamenti differenti.
“A casa tutti bene” racconta l’essere umano, racconta la coralità della vita e il suo renderci, alla fine, tutti molto simili, con i nostri traumi, le nostre reazioni, le nostre problematiche. Tutti abbiamo una famiglia composta da persone che hanno infinite sfumature caratteriali, è quindi una sorta di storia che si ripete, in più declinazioni, in ognuno di noi.
Il successo del film e le sue tematiche molto vicine al pubblico, hanno fatto in modo che si aprisse il progetto per la realizzazione della serie a puntate, attualmente in realizzazione e prossimamente disponibile.
Ma come è nato il progetto per la serie di “A casa tutti bene“?
Muccino spiega che il progetto nasce nel momento in cui si accorge che i personaggi del film erano talmente forti, autentici, ricchi di cose da raccontare che avevano bisogno di più spazio. Trasportarli in una struttura seriale avrebbe, quindi, permesso di conoscerli meglio e di approfondire i loro abissi caratteriali. Con gli episodi si ha quindi molto più spazio di conoscenza dei personaggi e delle loro disfunzioni, e di conseguenza c’è più possibilità, per il pubblico, di empatizzare con essi.
Si tratta, per Muccino, della prima esperienza con una serie ad episodi, dopo una lunga carriera di soli film. Si dice però entusiasta e soprattutto molto stimolato dal materiali umano che questa trama mette a disposizione, ecco perché, se all’inizio doveva dirigere solo quattro degli otto episodi previsti, alla fine ha deciso di dirigerli tutti.
Non ci resta quindi che aspettare l’uscita della serie “A casa tutti bene“, e nell’attesa gustarci la pellicola per apprezzarne cast, scenografia, trama e regia.