Ambientato nel 1800 a Torino, il giallo di Guido Quarzo e Anna Vivarelli, scritto a quattro mani, “Gabbie” edizioni Uovonero, porterà i lettori in un viaggio indietro nel tempo nella comunità scientifica di allora scissa dalle prime teorie innovative darwiniane, con la Chiesa in opposizione affrontando anche la delicata tematica dei manicomi
Un giallo che si legge tutto d’un fiato, in cui non si percepiscono con pesantezza i temi importanti affrontati dai due autori che sono, insieme, alla loro tredicesima pubblicazione.
L’omicidio di un luminare all’interno dell’Accademia scientifica più accreditata in una Torino bene del XIX secolo sconvolge per la duplicità dell’assassinio, con lui, viene trovato morto anche uno scimpanzé. Siamo nell’epoca in cui le teorie di Darwin creano contrasti intellettuali, in cui la distinzione nei ruoli uomo, donna sono ben definiti. La rivoluzione arriva con l’uomo che discende dalle scimmie e, allora anche la donna? E anche Adamo ed Eva? Quesiti che di sicuro all’epoca hanno pervaso le menti dei contemporanei ottocenteschi riempiendole di dubbi.
Gli autori, nel libro, affrontano anche la delicata tematica dell’autismo attraverso il personaggio principale del giallo: il quindicenne Stefano Sturzi. Il ragazzo ha la fortuna di essere il nipote di Vittorio Bonnacorsi il Direttore dell’Accademia di Scienze e quindi di venire segregato non più in un manicomio ma in una stanzetta dell’Accademia e impiegato per catalogare i libri che legge con foga. Le sue doti autistiche saranno la chiave della soluzione del giallo, Stefano ricorda tutto, non gli sfuggono i dettagli ed è attento ad ogni cambiamento.
“Gabbie” è un libro per ragazzi ma anche per adulti. Edito da Uovonero fa parte della collana “I geodi sonori” che permette anche di poterlo ascoltare. Inoltre sempre inquadrando il QR code si può accedere a contenuti extra che possono arricchire ancora il lettore con inedite curiosità.
Alcuni spunti del libro sono tratti da episodi realmente accaduti o ispirati a personaggi esistiti come l’ispettore Curlini che deve risolvere il caso. Ispirato ad un super poliziotto, Filippo Curletti, attivo nei primi anni dell’Unità d’Italia che poi si rivelò corrotto.
Oppure l’esistenza del manicomio, la Certosa di Collegno, in attivo fino al 1978 quando entrò in vigore la Legge 180 grazie all’operato di Franco Basaglia.
Le illustrazioni e la copertina di Peppo Bianchessi meritano la giusta attenzione per l’accuratezza e lo stile “antico”, il libro è correlato da un’amabile mappa dei luoghi in cui si sviluppa la trama che rendono il lettore ancor più partecipe nella risoluzione del giallo.