La Francia si aggiudica i mondiali di Russia 2018, giocando una partita, anzi tutte le partite, come l’Italia di molti anni fa. Quel gioco, cioè, passato alla storia come il classico catenaccio e contropiede.
Certo quando puoi contare su un velocista come Mbappè, supportato da un talento come Griezmann, tralasciando tutti gli altri, non serve spremersi tanto per inventare gioco. Squadra brutta e utilitaristica, la Francia, ma piena zeppa di talenti. E quanti ne ha lasciati a casa che giocherebbero nelle migliori squadre europee.
Se poi ci si aggiunge la giusta quantità di fortuna che ti permette di andare al riposo sul 2-1, con le uniche due uscite dalla propria metà campo, allora il destino è segnato.
Già, perché nel primo tempo il gioco è stato tutto in mano alla Croazia, che ha dominato in lungo e in largo.
Purtroppo il dominio non si è concretizzato nemmeno con una conclusione degna di questo nome, tranne il gol. Anzi, la sfortuna si è concentrata nei due episodi negativi che hanno concesso i due gol alla Francia. Era un outsider da tenere d’occhio la Francia, pronta a subentrare a qualche nazionale che avesse commesso qualche passo falso.
E di passi falsi ce ne sono stati più di quanti se ne potessero immaginare alla vigilia di questo mondiale. Cadute nazionali del calibro di Spagna, Argentina, Germania e Brasile, le quattro semifinalisti più ipotizzabili all’inizio, e proseguendo con Belgio ed Inghilterra, ecco approdare alla finale l’utilitaristica Francia, bravissima comunque ad approfittare delle occasioni, e l’altra outsider, la Croazia. Quest’ultima arrivata in finale in virtù di una notevole organizzazione di gioco e di un gran carattere. Le è mancata la fortuna dei grandi eventi alla Croazia, ma la dea bendata è una e ieri sera ha scelto di aiutare i transalpini.
La partita inizia con la Croazia in possesso, che cerca di aggirare la Francia dall’esterno, contando su Perišić a sinistra e Vrsaljko a destra.
La Francia si difende bene e cerca di ripartire in contropiede. Ma ci riesce solo al 17’ quando Griezmann si guadagna un calcio di punizione dalla trequarti. Sul suo cross Mandžukić tenta di respingere di testa, ma la palla lo sfiora e finisce in rete alle spalle del portiere. Autogol e 1-0 per la Francia.
La Croazia accusa il colpo e stenta a riprendersi subito, ma al 28’ Perišić controlla una palla vagante in area e incrocia un tiro di sinistro imprendibile per Lloris. Gol fantastico e pareggio per la Croazia. 1-1. Ma dopo pochi minuti lo stesso Perišić, tocca inavvertitamente con il braccio una palla in area su calcio d’angolo. L’arbitro, dopo alcuni minuti di consulto con il VAR, assegna il rigore, trasformato da Griezmann all’ 37’ per il 2-1. Il primo tempo si conclude così.
Nella ripresa la Croazia inizia con veemenza, alla ricerca del pareggio.
Al 3’ Lloris para una terrificante botta di Rebić, risponde la Francia con un’impressionante accelerazione di Mbappè, chiuso da Vida. Ma al 13’ la Francia allunga le distanze con Pogba, che ribadisce in rete con un secondo tiro, dopo che gli era stato respinto il primo proprio sui piedi, (altro aiutino della signora bendata), al termine di un bellissimo triangolo lungo Pogba-Mbappè-Pogba. 3-1. La Croazia sembra alle corde, e la Francia ne approfitta.
Al 20’ Mbappè porta la sua nazionale sul 4-1 con un destro secco dal limiti, diventando il secondo giocatore di tutti i tempi a segnare in una finale mondiale prima di aver compiuto vent’anni. Il primo era stato un certo Pelè.
Sembra finita lì, ma al 23’ la dea bendata gira un attimo lo sguardo ed incrocia Mandžukić, il quale va in pressione sul portiere Lloris, costringendolo a commettere un errore fatale. 4-2 e partita che potrebbe riaprirsi. Dico potrebbe perché il tempo ci sarebbe, ma quello che manca è la condizione atletica della Croazia, già provata dal risultato e da alcune partite finite ai rigori, che ne hanno minato le energie. Adesso la stanchezza emerge tutta e si aspetta solo il fischio finale. Festa grande per i francesi, dopo le gaffes commesse in patria per la celebrazione della presa della Bastiglia. L’Arc de Triomphe aspetta di poter fare da passerella ai campioni rientranti.