Il 26 e 27 settembre è andato in scena per il Romaeuropa Festival, all’Auditorium Conciliazione, “Fractus V”, uno spettacolo in anteprima nazionale, firmato da Sidi Larbi Cherkaoui
“Fractus V” segna il ritorno in scena del coreografo e danzatore belga Sidi Larbi Cherkaoui direttore della Royal Ballet Flanders. Lo spettacolo, ultima produzione del coreografo, prende spunto dal filosofo e linguista americano Noam Chomsky. Le parole di Chomsky prendono vita attraverso i movimenti dello stesso Cherkaoui e di tre danzatori provenienti da diverse parti del mondo. Accanto al coreografo, infatti, troviamo l’americano Johnny Lloyd, lo spagnolo Fabian Thomé e Patrick Williams Seebacher (TwoFace) di nazionalità tedesca. Accanto ai danzatori ci sono i musicisti Shogo Yoshii, Woojae Park, Soumik Datta, Kaspy N’dia che suonano percussioni giapponesi, e cantano con sonorità coreane, voci congolesi e sarod indiano.
Cherkaoui, esploratore e conoscitore delle diverse culture e discipline, è uno dei nomi più celebri della danza contemporanea. In “Fractus V” il tema centrale è il conflitto tra manipolazione ed informazione.
La scenografia è basica, il fondale è nero e gli artisti giocano, creando diverse figure, con dei pannelli bianchi poggiati sul palco. Le bellissime musiche, suonate live dai musicisti, si alternano alle parole di Chomsky, proiettate sullo sfondo.
“Quanto è realmente neutro il nostro pensiero? E quanto ci sentiamo parte in causa delle attuali ingiustizie sociali?
Le parole, proiettate sul fondale ed interpretate dai danzatori attraverso il corpo, le mani e le espressioni del viso, esprimono quello che accade oggi: rifugiati che sbarcano sulle spiagge e personalità americane che affermano che tutto va bene, che non c’è da preoccuparsi di niente. Il messaggio di Chomsky è chiaro: i sistemi internazionali, siano essi monarchici, repubblicani o democratici, faranno, degli esclusi da questo sistema, delle vittime. Ed è qui che arriva forte e chiaro il messaggio di Cherkaoui. Attraverso la coreografia, fa capire agli spettatori quanto sia importante prendersi cura di questi “esclusi”.
All’interno di “Fractus V”, è inserito anche un testo di Alain Watts, filosofo inglese che ha analizzato l’individuo e non la società come fece Chomsky.
“Fractus V” è il connubio tra discipline e culture diverse, musiche e monologhi. Analizza la società moderna e dà lo spunto per reinventarsi, per cambiare la propria identità al fine di non essere schiavi di questo assurdo sistema basato sulla manipolazione dei nostri pensieri.
Uno spettacolo affascinante, a tratti emozionante, al termine del quale, inevitabilmente, si è portati a riflettere sul tema rappresentato.
“Kreatur” di SASHA WALTZ & GUESTS
Photo: Enrica Mosca e ©FilipVanRoe
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