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“Fiore di cactus” al Teatro della Cometa dal 4 al 22 ottobre 2017

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La pièce di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grèdy inizia con del fumo che esce dalla scena.

La protagonista Antonia (Anna Zago) sdraiata su un letto invoca “Giuliano, baciami Giuliano” mentre Igor Polansky ( Thierry Di Vietro) il vicino di casa, scrittore “che scrive commedie inedite”,  ha appena sfondato la finestra per salvarla.

Tonia si voleva suicidare per amore con un incenso al limone e tre pastiglie alla verbena, passiflora, lavanda, camomilla e radicchio. Da quel momento tra i due s’instaurerà un rapporto di complicità, Igor sosterrà Antonia nel tormentato rapporto con Giuliano.

Cambio di scena.

Siamo nello studio del dott. Foch, una scrivania, pochi oggetti ma scelti con attenzione, un cactus tondo e spinoso come la segretaria, “la signorina Ciccotti” (Benedicta Boccoli) in primo piano.

Giuliano Foch (Maximilian Nisi), dentista, è la causa del tentato suicidio, accudito da anni dalla segretaria come se fosse una moglie si finge con Tonia sposato e con tre figli per non impegnarsi, ma con il cuore tenero, di fronte al tentato suicidio, decide di chiederla in moglie.

La commedia degli equivoci s’innesca immediatamente, Tonia vuole conoscere la moglie e i bambini, arsa dal senso di colpa. A chi puo’ chiedere Giuliano di fingersi tale? Chi è l’unica su cui puo’ contare e di cui fidarsi ciecamente? Naturalmente la segretaria, la signorina Cincotti, zitella e devota. “Mi dica tutto di lei…” Giuliano incomincia ad interessarsi alla sua vita privata, per “costringerla” ad accettare il triste incarico.

La signorina Stefania Cincotti, austera, capelli raccolti biondi, occhiali spessi. Nella prima parte dello spettacolo è sempre con un camice largo che nasconde le forme, ma via via che deve partecipare al gioco della moglie si trasforma, diventando sempre più affascinante.

Molto brava Benedicta, sia nell’imbruttirsi sia nell’esplosione di sensualità nel finale.
Benedicta Boccoli e Maximilian Nisi

Giuliano scapolone tenero e sensibile, è un buono, spaventato solo dall’idea di impegnarsi, ma sinceramente convinto di amare Tonia fino al colpo di scena.

Le musiche a cura di Stefano De Meo da “Eye in the sky”, The Alan Parsons Project, “Sailing” Christopher Cross, “Born to be alive”, Patrick Hernandez  e altre anni ’80 sono sempre abbinate ai cambi di scena eseguiti dagli stessi attori nel momento di “buio”, mentre danzano, trovata di regia molto carina e riuscita, che rende lo spettatore partecipe.

Molto bravi gli attori, sempre impegnati in azioni compiute mentre gli altri sono in primo piano. Il barista (Federico Farsura) che lava e asciuga bicchieri nel locale dove le coppie si incontrano, si esibisce alla fine con passi di breakdance che hanno suscitato gli applausi sentiti del pubblico.

I ritmi, erano giusti, la commedia diverte, gli attori hanno donato tutta la loro bravura uscendone stremati, il lavoro si percepisce e anche la passione arriva.

Era l’ultima rappresentazione al Teatro della Cometa e si sentiva un lavoro ormai collaudato.

Maximilian uno dei protagonisti della pièce, si muove con maestria sul palco e si ha la sensazione che talvolta amalgami tutti nella recitazione complessa e articolata.  Il suo personaggio è amato dal pubblico, pur essendo una “canaglia”. Si sentono gli anni di recitazione alle spalle, ne esce stremato, tipico di chi dona tutto di sé. Questo fa piacere al pubblico che un po’ sadico vuole vedere la “fatica”.

Benedicta passa dalla televisone al teatro, scelta non facile, con una devozione meticolosa. Una piacevole sorpresa. Il personaggio è pienamente riuscito, si attende tutti il suo fiorire nel finale come il fiore di cactus.

Per chi se lo fosse perso, lo spettacolo andrà in tournè dal 27 ottobre a Casalpusterlengo, il 2/3 novembre a Budrio e il 4/5 novembre a Saronno per poi proseguire fino a febbraio con altre date.

Produzione Teatro de Gli Incamminati e la Compagnia Theama teatro.

Sara Cacciarini

Photo: Alice Mattiolo

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