Dopo tanti film americani è la volta di un film francese, un bellissimo film francese di Christian Carion: “Mon Garçon” (My son)
Il protagonista Julien (Guillame Canet) un uomo sempre in viaggio per lavoro, sempre assente e questa è la causa del suo divorzio da Marie (Mélanie Laurent).
Un giorno riceve una telefonata concitata dalla sua ex moglie, il loro unico figlio Mathys (Lino Papa) di soli sette anni, mentre soggiornava in un campo scuola invernale, è scomparso.
Julien corre immediatamente sul posto, i meravigliosi paesaggi del Vercors, ma vista l’incapacità della polizia di trovare il figlio si mette ad indagare trovando tracce inquietanti. Un thriller familiare in cui il protagonista in un escalation di rabbia, senso di colpa e spinto da l’amore paterno si mette alla caccia dei rapitori.
Lo spettatore si lascia coinvolgere in questa caccia tifando per lui in ogni tappa conquistata.
Un film di genere, girato in soli sei giorni è stato un progetto”inventato” interamente dal regista. Il protagonista Guillame Canet era all’oscuro della sceneggiatura prima di girare, conosceva solo che era una storia di un padre che cercava suo figlio scomparso. Ogni giorno si recava sul set e scopriva cosa doveva fare “è la storia di un uomo che non sa a cosa va incontro, vorrei che anche tu ti trovassi nella stessa situazione; quella di un uomo che si trova sorpreso, senza alcun modo di prevedere cosa succederà, che sia scioccato, commosso, che passi attraverso ogni tipo di emozione mentre fronteggia l’ignoto” gli disse Carion.
Intervista al regista
Cosa l’ha spinta a dirigere per ben tre film sempre lo stesso attore, Guillaume Canet?
Per imbarcarci in un progetto come quello di MY SON avevamo bisogno di un carattere forte come lui. È un attore generoso e vedo quanta profondità abbia acquisito dal 2008 quando abbiamo girato L’AFFAIRE FAREWELL. Mi piace l’impegno che mette, il suo approccio fisico alla recitazione che è anche pieno di angoscia. Guillaume lavora sodo ed è davvero divertente che in questo caso io gli abbia chiesto di non prepararsi in alcun modo. Non è da lui gettarsi a capofitto in un film senza preparazione perché lui è un perfezionista. Un altro motivo che mi ha spinto a scegliere lui è che lo conosco e che posso prevedere le sue reazioni, cosa che si è verificata nell’80% dei casi
Sapevo che c’è violenza dentro di lui, come in tutti noi del resto.
Mi affascinava vedere un uomo che a confronto con la situazione della storia si lascia andare ad azioni chiaramente non buone, fuori dalla norma, esecrabili, addirittura illegali e punibili dalla legge. Ma non pensate nemmeno per un istante che MY SON sia un’apologia del farsi giustizia da soli. MY SON non è Il Giustiziere della notte e Canet non è Charles Bronson
Come ha diretto Guillaume Canet? Portava un auricolare? Ti nascondevi nel retro dell’auto?
Quasi! All’inizio pensavo di usare un auricolare ma visto che avevamo dei microfoni wireless il tecnico del suono non ha potuto garantire che avrebbe funzionato. E Guillaume ha detto che non ce l’avrebbe fatta se qualcuno gli parlava nell’orecchio. Così ho deciso che sarei stato ovunque, tutto il tempo! Infatti quando Guillaume sta guidando, il direttore della fotografia è accanto a lui mentre il primo assistente operatore e il tecnico del suono sono dietro. Visto che non c’era spazio per me, io sono rimasto sul camion con un monitor che mi permetteva di seguire la scena
Quindi hai parlato con Guillaume Canet solo durante le riprese?
Sì, e quando eravamo pronti lo chiamavo. E lui mi ha detto: «è assolutamente assurdo per me perché so che siete tutti preparati ma non so a cosa e non so cosa sta per accadere in questo edificio!».
La tensione è il filo conduttore del film, si percepisce chiaramente la sensazione di scoprire cosa sta per accadere insieme al protagonista, il limite tra recitazione e realtà è sottile. Un film geniale.
Distribuito da No.Mad Entertainement una società indipendente sarà nelle sale italiane a marzo/aprile 2018.
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